La sedute spiritiche alla fine degli anni Settanta – parte II

di Gianni Commenta

Queste nuove convinzioni, cioè che l’anima fosse parte di un tutt’uno, a detta dei prapsicologi, fece ridurre gli studi sull’anima e sulla sua sopravvivenza al morire del corpo. Cominiciarono a pensare che l’anima fosse qualcosa di impersonale facente parte del continuum cosmico.

Poi alcuni ricercatori iniziarono a dire che l’anima aveva particolarità e individualità, alcuni, seguendo la tradizione cristiana la consideravano un’entità puramente spirituale, separabile dal corpo e che conservava in sè l’essenza dell’individuo.

L’anima sopravviveva al decesso del corpo e seguendo questa convinzione cercarono di mostrare che ciò era vero andando alla ricerca delle anime delle persone vissute e morte prima di loro. In particolare fu dedicata molta attenzione ai medium che, attraverso le sedute spiritiche, si sosteneva parlassero con i defunti e ottenessero da loro molte risposte.

Studiarono soprattutto i casi in cui persone venivano posseduta da spiriti di persone morte. Chi credeva alla sopravvivenza dell’anima dopo la morte vennero definiti “sopravvivenzialisti“.  Lo studio dei medium, delle apparizioni, della mainifestazioni degli spiriti al giorno d’oggi non riscuotono più quasi nessun interesse.

Molte truffe sono state perpetrate da persone che spacciandosi per medium non facevano altro che falsificare i dati e le ricerche. Altri studiosi hanno lasciato perdere per demotivati dall’impossibilità di provare definitivamente che l’anima è immortale.

Tanti si sono persi d’animo nonostante anni di impegno onesto per non essere riusciti ad approdare a nulla. Ma per quanto le delusioni siano state molte i pochi indizi a sostegno hanno fatto si che l’interesse non si sia mai spento del tutto.

La ricerca psichica ha portato alla luce anche storie davvero particolari che non possono essere spiegate in modo solo razionale, come la storia di un artigiano che, da un giorno all’altro, si è ritrovato ad essere trasformato in un grande artista. Stiamo parlando di Frederic Thompson, di cui narriamo la storia in un articolo a parte.

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