Sepolta viva – seconda parte

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Il permesso per la ricognizione della salma,fu’ concesso facilmente da parte delle autorità locali, e sopratutto dalla famiglia della defunta. La mattina del 13 settembre 1950, iniziò lo scavo della tomba, e tra i presenti c’era ovviamente anche il Prof. Stoppoloni, il Dott. Matteo Marcello ufficiale sanitario di Camerino, il Dr. Alfredo Pesche e il fotografo S. Manfrini, tutti quelli avevano assistito alla seduta medianica, inoltre, il marito e le 5 figlie della defunta.

Dopo un’ora di scavo, la bara fu portata alla luce, e fu proprio il Prof. Stoppoloni che volle aprire la bara, lo scheletro e la testa erano rivolti a sinistra, e non nella classica postura dritta, il braccio sinistro era alzato, le ossa delle dita,al cui medio era infilata ancora la fede nuziale,strette tra i denti,le ginocchia erano piegate, come se volessero sollevare il coperchio della bara. Ma la cosa più raccapricciante fu la presenza di graffi nella parte interna del coperchio della bara, segno del tentativo di Rosa di aprirsi una via d’uscita da una morte certa.

I patologi scrissero sulla relazione ufficiale:

“E’ del tutto irrilevante sapere come il professor Stoppoloni sia giunto a conoscenza dei fatti. Dobbiamo ammettere con lui che Spadoni Rosa fu sepolta mentre era in coma in assenza di percepibili segni di vita e che si risvegliò nella bara quando era troppo tardi per soccorrerla”.

La donna quindi era stata chiusa in una bara e sotterrata, mentre si trovava in uno stato di coma o in uno stato di catalessi, per i medici era stata dichiarata morta, la defunta ha poi resistito per due giorni nello stato in cui poi è stata trovata.

Il Prof.Stoppoloni, inaugurò in seguito, una campagna in Italia affinché’ si applicasse un più attento esame sui decessi prima della sepoltura, ed affermò che la sepoltura accidentale delle persone attraverso la disattenzione fosse ancora presente in Italia e in altre parti d’Europa, citò, inoltre, anche le recenti statistiche dell’epoca, riferite alle esumazioni in Francia,che indicavano che una su ogni 500 persone venisse sepolta viva.

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