Villa Manzoni, luogo maledetto?

di Valentina Cervelli Commenta

Villa Manzoni, sulla Cassia, è una delle case infestate più interessanti da osservare e studiare nel Lazio.  I racconti che la riguardano sono molteplici e non di rado hanno fatto venire gli incubi a chi ha provato a saperne di più.

Presenze e rumori sospetti per decenni

Si racconta di rumori provenienti dalla soffitta, di finestre che sbattono senza che ci sia vento. Insomma, l’attività è bella carica e a quanto pare chi si è trovato a passare nelle vicinanze non ha preso benissimo quello che ha sentito. Nello specifico Villa Manzoni si trova all’ottavo chilometro della Cassia, vicino a Tomba di Nerone.

La storia della nostra casa infestata  si può dire che abbia inizio quando il conte Gaetano Manzoni si trovò davanti ai ruderi della villa romana che l’imperatore Lucio Vero (161-169 d.C.), fratello adottivo di Marco Aurelio, aveva costruito al V miglio della via Clodia. Un punto a quei tempi coincidente proprio con il tratto di via Cassia di cui vi stiamo parlando. Della domus attualmente rimane traccia in alcuni disegni del ‘500 e nei testi degli storiografi antichi.

Il conte vide questi ruderi nel 1925: erano sopravvissuti solo una vasca, una cisterna e un muro. Decise di costruirci sopra quella che poi divenne famosa proprio come villa Manzoni. Il progetto venne affidato all’architetto “maledettoArmando Brasini. La costruzione, per i suoi tempi era davvero particolare. La villa infatti presenta delle mura asimmetriche, dei torrioni inclinati. Ma si sa anche di marmi pregiati e pavimenti in legno.

Anime perdute a Villa Manzoni

Quel che si è scoperto dopo è che all’interno, quando era la dimora del conte, sono stati ritrovati simboli arcani misteriosi, scritte inneggianti a Satana. Non ci volle molto per far sì che si spargessero voci di riti e infestazioni. Aiutati anche dal fatto che storicamente era noto che la villa romana fu costruita su un terreno dove una volta sorgeva una necropoli etrusca.

Già prima del secondo conflitto mondiale si sussurrava che si spostassero per Villa Manzoni e nelle sue vicinanze fantasmi di persone morte più di duemila anni prima.

Nel dopoguerra gli eredi tentarono di trasformarlo in un ristorante, ma vendettero tutto nel 1953. La villa, abbandonata, divenne rifugio per delinquenti e satanisti e si racconta che fu luogo di sventura per anni. Si racconta infatti che un frate del vicino monastero Bona Crux vi si impiccò, che due operai morirono durante la ristrutturazione. Si racconta che nonostante la troupe del film con TotòNoi Duri” girò solo tre giorni della villa nel 1960, fu proprio lei a portare sventura a Fred Buscaglione che interpretava il commissario Bombardoni. Il quale ebbe un incidente mortale solo una settimana dopo.

 

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