Coronavirus e profezie: tutte leggende metropolitane?

di Valentina Cervelli Commenta

Tra le tante cose che la pandemia di Coronavirus è stata in grado di far riemergere vi è quella della curiosità delle persone per profezie potenzialmente legate a questo periodo e tutta una serie di leggende metropolitane che si trovano a fare più male che bene a tutti coloro che si trovano a rimanere a casa.

Nostradamus e la sua profezia

A prescindere dal fatto di considerare vere o meno le sue predizioni, Nostradamus è il profeta che non manca mai di essere citato quando accade qualcosa. La sua è una popolarità che ogni anno cresce intorno alla fine dello stesso  e all’inizio del successivo: un momento nel quale la popolazione diventa più suscettibile alla possibilità di conoscere il proprio futuro. Va detto che eventi particolari come grandi catastrofi naturali o meno richiamano molto l’attenzione su questo studioso dell’animo umano vissuto diversi secoli fa. A quanto pare Nostradamus ci avrebbe avvertito con la quartina II.53, parlando di una grande “regina” (peste – collegamento Regina-Corona) che avrebbe colpito in un anno gemello (il 2020 rientra nelle possibilità data la sua conformazione ma anche il 1919 ad esempio con la sua epidemia influenzale) e che avrebbe fatto molte vittime.

Ovviamente leggendola in questo modo, sembra proprio che Nostradamus ci abbia azzeccato: ma allo stesso tempo è importante ricordare che per quanto alcuni eventi sembrano combaciare, sono centinaia le quartine che hanno dimostrato di non essere assolutamente attendibili. Senza contare che come sottolineano in molti, il veggente viveva in un contesto nel quale le epidemie erano all’ordine del giorno.

Sylvia Browne e l’epidemia di polmonite

Altra profezia che ha fatto tanto parlare è quella che viene dal un libro del 2008, “End of the days”, scritto da Sylvia Browne. La donna in vita non è stata in grado di convincere le persone a proposito della sua credibilità, ma è diventata famosa a diversi anni dalla sua morte quando Kim Kardashian si è resa conto che in un passaggio del volume sopracitato si sottolineava come nel 2020 la gente avrebbe iniziato normalmente a girare in pubblico con mascherine e guanti per via di una malattia simile alla polmonite che scomparirebbe per 10 anni per poi tornare.

La Browne era molto nota negli Stati Uniti sebbene non per la veridicità delle sue profezie: tra le tante vi è quella della sua morte avvenuta nel novembre del 2013 a 77 anni e non a 88 come aveva in realtà previsto come certa. La sua previsione certo fa pensare, ma non è da escludere che possa essersi ispirata alle precedenti epidemie di Sars e Mers… aggiungendo un anno che sarebbe risuonato per tutti.

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