Sepolta viva, la vera storia di Rosa Menichelli Spadoni

di Redazione Commenta

Tempo fa pubblicammo la storia di un caso agghiacciante successo in Italia negli anni 50, una donna di nome Rosa Menichelli Spadoni fu sepolta viva, in seguito, solo grazie ad una seduta spiritica seguita dal dottor Stoppoloni e da una medium si seppe la sconvolgente verità; durante la seduta lo spirito di Rosa Menichelli, dichiarò:

“Ascoltate, io sono Menichelli Rosa, nata il 14 Marzo 1902, da sposata fui Spadoni Rosa, ora riposo presso il cimitero di Camerino,vicino alla Cappella della famiglia Conte Vitalini Zucconi. Vi prego, aiutate gli altri, affinché non succeda loro ciò che capitò a me”


Ad oggi abbiamo nuove informazioni, informazioni dettagliate e reali, dateci dalla nipote, e da una delle figlie di Rosa Menichelli ancora in vita.

Rosa Menichelli, sposata Spadoni, nacque il 14 Marzo 1902; all’età di 37 anni venne ricoverata nell’ospedale di Camerino per febbre e infezione puerperale, 15 giorni dopo, esattamente il 2 settembre 1939 alle ore 20.00, i medici la dichiararono morta, ed affermarono che la povera donna era entrata, dapprima, in coma per poi avere un arresto cardiaco. Rosa Menichelli lasciò cosi il marito e cinque figli piccolissimi.

Patrizia Galletti racconta, ciò che il nonno ai tempi ricordava:

“Mio nonno con due sorella della mia nonna rimasero al suo capezzale fino a quando non gli fu chiesto di portarla nella camera mortuaria dell’ospedale che si trovava nel sottosuolo. Mio nonno ha raccontato che mentre la portavano giù, insieme alle sorelle, per le scale si spense all’improvviso la luce e dovettero aspettare un po’, circa 10 minuti con il corpo tra le braccia. Raccontava inoltre che il viso della nonna Rosa era bello e che le sue gote erano rosse come una rosa e non sembrava proprio che fosse morta”

Il giorno seguente il 3 settembre 1939, alle 8.00 di mattina, Rosa Machinelli venne chiusa nella bara e fu portata al cimitero di Camerino, vicino alla Cappella della famiglia Conte Vitalini Zucconi, distante dal paese in cui abitavano, dice Patrizia,: “ perchè il cimitero del paese era troppo distante e ci volevano troppi soldi, che il nonno non aveva”, lì venne sepolta, e lì rimase per undici anni.

Undici anni dopo, il signor Spadoni, venne convocato per la riesumazione della salma, da parte del comune. Recatosi nel luogo della sepoltura, il signor Spadoni, rimase sconcertato che assieme a lui, ad assistere alla riesumazione ci fossero le autorità, i fotografi, i medici e il professor Stoppoloni, colui che aveva chiesto la riesumazione.

Patrizia racconta, ciò che il nonno vide dei resti del corpo della sua amata, e quello che in seguito sua mamma, anche se a quei tempi ancora piccola, le raccontò di quei giorni assurdi:

“Quando scavando vennero a galla i resti della bara “…il nonno…” si trovò davanti ad un orrendo spettacolo , così descriveva lui : che il corpo della sua amata era rivolto sul fianco sinistro e che aveva una mano nella bocca e una rivolta verso la testa come a strapparsi i capelli e rimase nello sconcerto per lungo tempo…….. Dopo la riesumazione i resti furono portati alla specola all’ospedale di Camerino e li deposti per alcuni giorni. La mia mamma racconta di essere andata con il nonno a prendere i resti le ossa diciamo , in questo posto per poi portarli al cimitero del paese Crispiero dove abitavano con tutta la famiglia , e dove ancora abitano i parenti un figlio e i nipoti.”

Patrizia inoltre dice, che sua mamma venne a conoscenza della reale morte della mamma, solo dopo molti anni, e che suo nonno per tutto quel tempo tenne all’oscuro quel segreto, per lui troppo doloroso da rivelare; di ciò scrive:

“La mia mamma ha scoperto dell’accaduto, cioè che la nonna era stata sepolta viva; solo per un puro caso quando lesse su di un giornalino, nel trafiletto dedicato al soprannaturale, di una donna che era stata sepolta viva e che si era presentata durante una seduta medianica per comunicare dell’accaduto. I connotati coincidevano in tutti particolari con quelli della sua mamma morta e fu così che chiese spiegazioni al nonno. Lui le spiegò tutto dicendo che non aveva mai detto niente perché per lui era stato un dispiacere doppio e fortissimo e che non voleva darlo a provare ai suoi figli e parenti . Quindi si era portato questo tremendo fardello dentro di se così per ben 24 anni ( dal 50 al 74 quando mia madre lesse questo giornale). Dopo 2 anni morì all’età di 85 anni ed è stato sepolto vicino a sua moglie e ai suoi figli.
Questa è la storia raccontata dal nonno a mia madre e da lei a sua volta a me e a mio fratello e a mia sorella.”

Ringrazio Patrizia Galletti per averci raccontato la triste storia della sua famiglia, per averci concesso i dati ed i fatti così come sono successi.

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