La vendetta delle fate III parte

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Le fate sanno essere spiritelli molto cattivi quando si vedono toccare e distruggere i loro sacri luoghi, ed è per questo, che l’uomo come l’uomo primitivo faceva in passato, deve imparare a convivere con la natura, e non farne un proprio luogo.

…continua “La vendetta delle fate III parte”

Il fattore e la moglie non potendone più cedettero alle implorazioni del figlio, e mandarono a chiamare un prete, che pregò su di lui e lo spruzzò con acqua santa, e finalmente il piccolo smise di gridare dicendo che le fate se ne stavano andando, poi si addormentò in un sonno tranquillo.
Quando si svegliò al mattino, disse ai suoi genitori di aver fatto un bellissimo sogno in cui camminava beato tra gli angeli, in un giardino bellissimo, e riferì che gli angeli lo stavano aspettando per la notte seguente, che lo avrebbero portato nel giardino dell’eden.

I genitori spaventati, vegliarono il bambino durante tutta la notte, videro che aveva la febbre, ma sperarono che prima del mattino seguente sarebbe scesa, anche perché il piccolo non sembrava patirne, e dormiva calmo e con il sorriso sulle labbra. L’orologio batté la mezzanotte, il piccolo si svegliò e si mise seduto, abbracciò sua madre e disse: “Mamma gli angeli sono venuti a prendermi come promesso” e ricadde adesso in un sonno che sarebbe stato eterno.

Dopo questa tragedia il fattore non riuscì più a riprendersi; smise di occuparsi della sua fattoria ed i raccolti andarono in rovina, il bestiame morì ed infine, prima che fosse trascorso un anno ed un giorno, egli giacque nella tomba accanto al figlioletto; la terra passò in altre mani e, siccome nessuno voleva vivere in quella casa, venne abbattuta. Né alcuno costruì più in quel luogo, così l‟erba vi ricrebbe, verde e bellissima, e le Fate danzarono nuovamente sotto la luce della Luna come erano soliti fare nei tempi andati, libere e felici; e così l’incantesimo malvagio venne spezzato per sempre. Ma la gente non volle avere nulla a che fare con quella madre orbata del figlio, così ella tornò dalla sua gene, una donna infelice e col cuore spezzato.

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