Le piante leggono il pensiero

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Tempo fa in nostro articolo “La natura canta” parlammo della scoperta fatta dall’Associazione Damhur di Firenze che ha progettato una strumentazione elettronica in grado di trasformare le onde provenienti dalle piante in un canto udibile all’orecchio umano, le piante, infatti, risponderebbero a quello che noi diciamo loro, questo starebbe a significare che le piante, non solo, sono essere viventi ma hanno anche delle emozioni simili a quelle umane.

Questa scoperta però, non è di certo recente, infatti, Backster Cleve, elettronico e ricercatore statunitense, fu il primo ad avere un’esperienza concreta che confermava che le piante avessero “un’anima”. Di fatti nella supposizione che le piante possedessero un sensibilità di tipo umano, fece un esperimento, che ebbe dei risultati ottimi. Applicò degli elettrodi alle foglie di un filodendro, e pensò di bruciare una foglia con un fiammifero, per constatare una qualsiasi reazione della pianta. Ma prima ancora che lo accendesse nella frazione di secondo in cui l’immagine del fuoco apparve nella sua mente, l’ago registratore saltò toccando il punto più alto del grafico. In pratica, la pianta aveva captato telepaticamente l’idea di Backester e si era spaventata, facendo saltare alle stelle il macchinario elettronico. La prima relazione di questi esperimenti fu pubblicata nel 1968.

Backster nel corso degli anni fece altri esperimenti, non solo sulle piante ma anche su uova, embrioni, colture di filomiceti, e sulle cellule viventi isolate, questo ha fatto si, che si aprisse un nuovo mondo anche sulla parapsicologia. L’interesse di questa scoperta fece molto scalpore, Backster venne anche invitato a programmi televisivi, poi però molti dei suoi esperimenti vennero severamente contestati, e con lui morì, o meglio, si accantono, l’idea che le piante o le uova avessero dei sentimenti, e che potessero “leggere il pensiero”.

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