Inno al Dio Apollo

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Oggi per la sezione riguardante gli Inni Orfici, torneremo ad esplorare il pantheon greco-romano e vedremo una poesia dedicato al dio di tutte le arti, della musica, della profezia, capo ispiratore di tutte le Muse, provetto arciere. Colui in grado di infliggere con la sua arma terribili pestilenze, si pensava infatti che una sua freccia scagliata con il suo arco potesse portare terribili malattie ad intere nazioni. Dio oracolare, capace di svelare il futuro degli esseri umani di conseguenza avere in mano il destino degli uomini. Nonchè dio del Sole: Apollo.


L’inno è stato scritto dal più famoso poeta romano di quei tempi Publio Virgilio Marone, nato nel 15 Ottobre 70 a.C. E deceduto nel 21 Settembre 19 a.C. Moltissimi sono le poesie scritte da lui per gli Dei greci- romani.

“Dacci, o Apollo
una dimora nostra,
a questi uomini stanchi dona una terra,
una prosperità, una patria che duri nel tempo,
un’altra Pergamo troiana.
Porta in salvo ciò che è sfuggito
alla strage dei Greci e del feroce Achille.
Ci ci farà da guida e dove andremo?
Dove andare, dove fissare una dimora mostracelo tu.
Mostraci, Padre, un segno della tua volontà,
discendi nei nostri cuori.

Ascolta la mia preghiera grande medico
grande uccisore di serpenti
gestore di pestilenze e di salute
su tutti gli uomini e tutti gli animali.
Salvami potente Apollo
da questo male e da questo dolore
e io ti farò grande sacrificio di buoi.
Accetta in tanto la mia offerta e non
allontanare lo sguardo da me”.

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