Reshef e Dagon, divinità fenice

di Valentina Cervelli Commenta

Reshef e Dagon sono due divinità fenice che, a meno che non si sia particolarmente appassionati di mitologia e storia rischiano di cadere nel dimenticatoio. A differenza di ciò che è avvenuto e avviene tuttora con quelle romane e greche.

Conosciamo da vicino Reshef

Forse la colpa è da addurre in parte al tempo a loro dedicato nel corso del proprio contesto storico e in parte a una cultura che non è troppo incline a parlare di alcuni argomenti.  E divinità fenice come Reshef e Dagon ne fanno le spese. Quando in realtà conoscere qualcosa di più su di loro può rivelarsi interessante.

Anche solo per prendere ispirazione artistica. Prendiamo ad esempio Reshef. Inizialmente era il dio siriano della pestilenza e della guerra. Una divinità fenicia che fu però adorata in diverse parti dell’antichità. Dobbiamo infatti ricordare che fece il suo ingresso in Egitto dopo l’invasione degli Hyksos e fu introdotto nel gruppo di divinità egizie collegando la sua figura a quella di Seth.

La radice della sua parola, in ebraico, significa fiamma o fulmine. Il pontenziale di Reshef a livello mitologico è molto ampio. Grazie agli egiziani è di solito raffigurato in forma umana, armato di lancia e scudo con in mano un machete o un ascia che pone sopra la sua testa. La quale presenta la corona bianca tipica dell’alto Egitto con tanto di gazzella frontale e una barba acconciata in stile siriano.

Dagon era il padre di Baal

Anche per Reshef è stata trovata una corrispondenza con altri dei. È stato infatti accostato dai greci ad Apollo e Rudra mentre tra i romani con Marte. È stato avvicinato in passato anche al dio della morte Nergal, in Babilonia.

Per i fenici è anche il Signore delle frecce Tra i fenici il suo culto raggiunse tutti gli strati sociali e veniva considerato potente contro i problemi addominali.

Tra le divinità fenice anche Dagon ha trovato spazio nella mitologia e nei culti antichi, in particolare nella zona dell’Eufrate. Lì veniva considerato il padre degli dei e fonte di prosperità. Spesso veniva declinato sia al maschile che al femminile. Tra i fenici più di tutti la sua persona divina era collegata al grano e alla sua raccolta. Considerato il padre di Baal, veniva raffigurato come un uomo che usciva da una spiga di grano oppure di un uomo barbuto con la parte inferiore del corpo a forma di pesce.

Soprattutto questa cosa in tempo medievale portò a una sua erronea interpretazione. Una cosa è certa: il loro culto nell’antichità era più diffuso di quel che si pensasse.

 

 

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