Fantasmi a Roma, Cesare e piazza Navona

di Valentina Cervelli Commenta

Fantasmi a Roma? Ne esistono a bizzeffe e non solo: possiamo parlare di vero e proprio celebrità storiche. La capitale è una città antica, dall’esistenza millenaria. E anche le sue presenze in alcuni casi sono ben datate.

Cesare, tra i fantasmi a Roma

Quando pensiamo di parlare di fantasmi a Roma non ci viene facile chiamare in causa la zona della basilica di San Pietro forse perché, per via del Papa la pensiamo una zona totalmente scevra da simile manifestazioni. Eppure proprio perché è considerato un luogo sacro della cristianità dovremmo pensare al suo lato esoterico.

Ora ovviamente non vogliamo parlarvi di riti particolari o sette. Ma se siamo interessati ai fantasmi a Roma non possiamo non citare Giulio Cesare. Perché lo facciamo? Perché si aggirerebbe proprio intorno San Pietro, secondo le storie che vengono raccontate. L’imperatore brutalmente ucciso dal suo figlioccio e da congiurati si aggirerebbe nei pressi della basilica.

Il motivo starebbe nella presenza, così si diceva fin dal Medioevo, delle sue ceneri poste all’interno della sfera posizionata sopra l’obelisco Vaticano. Ora in teoria Papa Sisto V alla fine del ‘500 avrebbe incaricato l’architetto Domenico Fontana di forare la sfera di bronzo proprio per vedere le ceneri. A quanto pare questa era però piena e quindi impossibilitata ad accoglierle. Almeno secondo una versione di questa storia. C’è chi infatti sostiene che il globo venne aperto, l’ampolla con le ceneri di Giulio Cesare aperta e in questo modo il suo spirito liberato.

Sono diverse le testimonianze che vorrebbero l’imperatore romano girare la notte del 15 marzo intorno a Largo Argentina, dove è stato ucciso e a piazza San Pietro dove le sue ceneri avrebbero riposato.

Le donne di piazza Navona

Sono molti gli spettri conosciuti della Capitale, ma non possiamo parlare di fantasmi a Roma senza citare piazza Navona. È questo avviene perché sono due le donne chiamate in causa in tal senso. Donna Olimpia Maidalchini detta la Pimpaccia è una: l’altra è Costanza Conti de Cupis.

La prima non è altro che donna Olimpia Pamphili, soprannominata la papessa dai romani. Un nome affibbiatogli perché ritenuta l’amante segreta di Papa Innocenzo X, suo cognato. La donna morì di peste nel 1657, ma la leggenda vuole che ogni 7 gennaio dopo aver attraversato ponte Sisto su una carrozza, la nobile si getti nel Tevere.

Costanza Conti de Cupis sembra fosse una modella sfruttata da molti artisti per le sue mani: Queste erano considerate molto belle e utilizzate per la creazione di gioielli. Leggenda vuole che un prete o una zingara predissero il suo decesso, sottolineando che sarebbe morta perdendo le sue mani preziose.

Storia vuole che nulla poté contro il destino. E nonostante il ritirarsi a vita privata la donna si punse con un fuso e mori di cancrena. Si racconta che dalle finestre del palazzo di famiglia, durante la luna piena, si vedano delle spettrali mani molto belle apparire.

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