Metamorfosi: credenze intramontabili di lupi e vampiri in Nigeria – parte II

di Gianni Commenta

Il tenente britannico non avrebbe mai associato la morte della iena a quella dell’uomo del villaggio se la cosa non si fosse ripetuta nelle notti successive. Dato che voleva vederci chiaro la notte successiva mise una carcassa di scimmia nella boscaglia e rimase ad aspettare appollaiato su un albero vicino.

Ma per due notti non successe niente, così la terza mise una trappola a funzionamento automatico. A mezzanotte il fucile sparò, ma al suo arrivo l’animale era scappato e non trovò nulla. Poco dopo nel villaggio udì ancora i tamburi suonare a morte. All’alba seguì ancora le tracce di sangue che portavano di nuovo al villaggio.

Arrivato davanti alla casa dove si fermavano le impronte di sangue gli venne spiegato che durante la notte era morta la madre del capo del villaggio in circostanze misteriose. Non trovò però niente che gli rendesse più chiarta la situazione così per circa un mese lasciò perdere le ricerche.

In seguito alla morte di un suo cavallo pensò di riprovare l’esperimento notturno. Di nuovo il fucile sparò, seguirono il rullo di tamburi e i pianti. Seguì le orme che portavano al villaggio e che, da animali, diventavano umane. Moririono altri due giovani del villaggio.

A quel punto il tenente cominciò a sospettare che i due fatti fossero collegati, poi però concluse che i dati in suo possesso non potessero essere ritenuti esaustivi per provare che durante la notte avvenisssero trasfromazioni.  Non gli fu mai permesso di vedere i corpi delle persone decedute, così non ptè mai accertarsi se riportassero o meno ferite da arma da fuoco.

Un altro caso simile, sempre riportato sul Cornhill, raccontava dell’esperienza del capitano H.H. Shott, anche lui di stazza in Nigeria. Gli era stato raccontato della capacità degli indigeni di trasformarsi in creature animali, ma l’uomo era piuttosto scettico. Dopo le varie incursioni di una iena nel campo il capitano legò una capra ad un palo per tendere un’imboscata all’animale selvatico. Riuscì a ferirlo, ma come nei casi precedenti l’animale riusc’ì a fuggire. La mattina dopo Shott ricevette la visita di alcuni uomini di un villaggio vicino che lo ringraziavano per aver ucciso uno dei loro capi, un uomo-iena che di notte saziava la sua brama di sangue.

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