Siamo finalmente giunti all’ultima parte delle leggenda pugliese intitolata “Il pane dei morti”. Una leggenda che da tanto di una storia dell’orrore ma che ci insegna che ogni cosa che otteniamo deve essere guadagnata con rispetto senza togliere nulla ad altri.
pane dei morti
Il pane dei morti: leggenda pugliese, III PARTE
Oggi riprendiamo a leggere dal punto dove abbiamo lasciato la leggenda pugliese intitolata “Il pane dei morti”. Una leggenda che sembra tanto una storia dell’orrore; la quale narra di un giovane fannullone che voleva diventare ricco senza sforzi alcuni e che per farlo ha derubato a dei poveri bambini morti la possibilità di varcare le porte del paradiso.
Il pane dei morti: leggenda pugliese, II parte
Nello scorso articolo abbiamo iniziato a leggere una leggenda pugliese su come l’uomo pur di ottenere ciò che vuole è disposto davvero a tutto ma che ogni cosa ha suo tempo e prima o poi tutto ciò che si è ottenuto rubando o ingannando dovrà essere restituito ai legittimi proprietari. Questo è quello che la leggenda “Il pane dei morti” vuole insegnarci ed oggi proseguiremo con la lettura della seconda parte della storia.
Il pane dei morti: leggenda pugliese, I parte
I popoli antichi vivevano di superstizioni, superstizioni che poi divenivano dei veri e propri racconti dell’orrore. Questi racconti venivano solitamente narrati dagli uomini/donne più anziani del villaggio con lo scopo di ammonire i più giovani a non sfidare mai le leggi della natura o ancora peggio gli spiriti dei morti. A proposito di questo oggi leggeremo una leggenda che ha origine in Puglia e che narra la vita di un ragazzo fannullone che pur di ottenere del facile denaro è disposto a rubare del cibo a dei poveri bambini morti.