Il fantasma di Monteverde a Roma, paura e violenza

di Valentina Cervelli Commenta

Il fantasma di Monteverde,  o meglio la sua leggenda, sono una delle tante storie che coinvolgono la Capitale e i loro passati abitanti nel mondo del mistero e dell’occulto. In questo specifico caso il protagonista è un nobile della Roma bene, che di buono non aveva davvero nulla.

Il fantasma di Monteverde intrappolato sulla terra?

La leggenda del fantasma di Monteverde, quartiere di Roma noto per la presenza di Villa Pamphili e per la sua storia risorgimentale,  è in realtà la leggenda del marchese Luca Marchettis. Prima d’iniziare dobbiamo ricordare che quando si parla di spettri si parla di entità che rimangono ancorate alla terra spesso per via di una morte violenta, o di una punizione divina che li vuole vedere scontare la propria pena intrappolati in una dimensione che non gli appartiene più.

O ancora le stesse anime hanno delle cose in sospeso da risolvere: il punto è che quando queste leggende iniziano a divenire di dominio popolare, la storia che li riguarda è quasi sempre caratterizzata da violenza e paura e in questo caso non si fa eccezione.

Una storia di violenza e paura

La storia del fantasma di Monteverde  si svolge nella parte più antica del quartiere romano e per la precisione in via di San Caledopio, conosciuto per essere stato un martire cristiano vissuto sotto l’imperatore Alessandro Severo.  In questa via è presente una casa disabitata, ricoperta di piante, che è conosciuta nel quartiere proprio come casa dei fantasmi.

La leggenda vuole che la villa sia di proprietà di Luca De Marchettis, che si racconta sia esistito nel XVIII secolo sebbene non siano presenti prove di tale fatto.  La storia tramandata racconta che si trattasse comunque di un uomo molto colto e raffinato che amava partecipare alle feste di quartiere dove si divertiva a corteggiare le giovani donne con il suo fascino per strappare loro un ballo insieme.

Quale era il problema? Semplice: ogni volta che il corteggiamento andava a buon fine, il marchese portava la sua vittima a casa e la violentava costringendola a pratiche erotiche estreme che la conducevano alla morte. I cadaveri delle fanciulle di cui abusava mortalmente venivano poi seppellite nei sotterranei presenti a via dei Quattro Venti dove erano già presenti le tombe dei martiri cristiani.

Forse in preda di un pentimento e temendo di essere indemoniato,  si racconta che il marchese si gettò dalla finestra della sua casa gridando “Tornerò“. Secondo i romani, ogni anno il fantasma del nobile renderebbe nota la sua presenza non solo con l’accensione di luci impossibili ma anche attraverso avvistamenti che lo collocano in lunghe passeggiate tra i vicoli di Colle Oppio alla ricerca di belle donne.

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