Il Re buono: racconto buddista, III PARTE

di Redazione Commenta

Negli scorsi articoli abbiamo iniziato a leggere un racconto buddista che narra la storia di un Re la cui bontà e senso di sacrificio l’hanno portato a diventare un Budda. Ogni racconto ci lascia qualcosa su cui riflettere, un qualcosa che possiamo fare nostro, un consiglio che può servirci nella vita. Oggi vedremo la fine del racconto, per chi si fosse perso le parti può cliccare i titoli qui sotto.

Il Re buono: racconto buddista, I PARTE
Il Re buono: racconto buddista, II PARTE

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“A quelle parole il re provò una gioia profonda, e pensò: «Oggi è veramente un giorno fortunato. Da molti anni mi sforzo di proteggere e fare il bene degli altri. Oggi posso mettere alla prova la mia compassione, e grazie al mio stesso sacrificio sarò in grado di salvare una vita e di provare la giustezza di ciò che sento nel cuore».

Chiese allora a un servitore di portare una bilancia e un coltello affilato. Poi si denudò una coscia e gli ordinò di tagliare un pezzo della sua carne. Ma il servitore, terrorizzato, balbettò: «Come posso io tagliare la carne di un re così saggio e buono che tanto ha fatto per me e la mia famiglia? Piuttosto sacrificherei la mia stessa vita per evitarvi un così grande dolore!». Il re allora prese il coltello e, incurante della sofferenza, tagliò egli stesso dalla sua coscia un pezzo di carne grande come il piccione.

Pose quindi l’uccello su un piatto della bilancia e la sua carne sull’altro, ma il piccione pesava di più. Indra gli disse allora: «O re, hai sofferto abbastanza. Dammi il piccione e io volerò via contento». Ma il re rispose: «Oramai ho preso la mia decisione, e grazie a essa anche il dolore che provo nel tagliare la mia carne è inferiore alla gioia che provo nel salvare una vita». E così dicendo tagliò un altro pezzo, ma il piccione pesava sempre di più. Il re continuò a tagliare fino a che rimasero di lui solo le bianche ossa, ma la bilancia non si muoveva.

All’improvviso il re comprese ciò che non aveva ancora mai compreso: che il valore di una vita poteva essere eguagliato solo da un’altra vita. Salì allora egli stesso sul piatto della bilancia, la quale immediatamente fu in equilibrio. In quel momento la terra tremò e il cielo risuonò di commozione. Il falco si trasformò nel dio Indra, e il piccione nel dio Visvakarma, che si inchinarono di fronte a Sibi, il futuro Budda, e gli donarono all’istante un corpo nuovo e meraviglioso”.

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