San Valentino, festa tra miti e leggende

di Valentina Cervelli Commenta

San Valentino si avvicina e con esso la voglia degli innamorati di festeggiare il proprio sentimento: un’occasione nella quale preparare ed eseguire i rituali d’amore per attirare a se il proprio amato o semplicemente per godere di un’atmosfera gioiosa e amorosa. Qual è la vera storia di questa celebrazione, tra mito e leggenda?

San Valentino tra mito e realtà

Perché San Valentino è stato scelto come protettore degli innamorati? La versione anglosassone della vita di questo santo vuole che Valentino, vescovo d’Interamna, benedicesse con gioia le unioni tra i ragazzi del tempo e della sua zona e che ogni unione da lui celebrata andasse sempre a buon fine, rendendo la vita dei due innamorati piena di gioia e di amore. Tutto questo affetto attorno al vescovo e alla sua capacità di benedire le unioni lo rese così famoso che tutti volevano ottenere il suo benestare trasformandolo ben presto nel più ricercato consigliere spirituale di decine di giovani coppie.

Questa versione della storia è forse quella che più si avvicina all’ufficialità di quel che è successo realmente. Ma attorno alla figura di San Valentino, protettore degli innamorati, vi sono molti miti e leggende, di cui la più conosciuta è senza dubbio quella riguardante Sabino e Serapia, venuta alla luce nel ‘900 in seguito al ritrovamento vicino Terni di un sarcofago contenente gli scheletri di due giovani.

San Valentino e la leggenda di Sabino e Serapia

La leggenda di Sabino e Serapia è ovviamente ambientata a Terni: si sussurra che la giovane abitasse in una piazza della città è più precisamente in piazza Clai. Passando spesso per la città un centurione romano, il giovane Sabino, ebbe modo di osservarla a lungo e d’innamorarsi. Come dei novelli Romeo e Giulietta però i due ragazzi venivano contrastati, nel loro amore, dai parenti di lei i quali non sopportavano e non potevano accettare il fatto che Sabino fosse un pagano. Per tentare di risolvere il problema Serapia suggerì al suo amato di recarsi dal vescovo, ovvero San Valentino per farsi battezzare: qualcosa che Sabino fece senza problemi per amore.

Questo amore però, nonostante gli sforzi di Sabino, era destinato a finire in tragedia. La giovane era infatti affetta da una grave forma di tisi e stava morendo: San Valentino venne chiamato al capezzale della ragazza, davanti a un Sabino disperato che chiese al vescovo di fare qualcosa. Il santo alzò le mani al cielo e chiese al Signore di unire questa coppia per l’eternità. Secondo la leggenda, i due caddero nel sonno beatificante della morte volando poi in cielo stretti l’uno all’altro.

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