Brian O’Leary da astronauta a metafisico: dai Crop Circles alla Free Energy – quinta parte

di Gianni Commenta

Oggi voglio continuare a riportarvi l’intervista fatta all’astronauta Brian O’Leary secondo cui, tutto ha avuto inizio quando visse un’esperienza molto particolare ad un “Lifespring” negli anni ’70.

Verso il problema provo sentimenti contrastanti. Mentre portavo avanti il lavoro di ricerca per l’ultimo libro pensavo che si sarebbe trattato semplicemente di un pezzo foto-giornalistico sui migliori risultati nel campo della free energy e che stavo svolgendo un servizio, ma mi sono trovato a vivere delle emozioni intense – un profondo cambiamento interiore – quando ho iniziato ad accogliere le nuove informazioni e a meditare sulle implicazioni. Mi sono reso conto di aver attraversato una serie di spiacevoli stati emotivi, una fase di “lutto”, e che tutti noi stiamo condividendo quest’esperienza. La Dott.ssa Elizabeth Kübler Ross ha svolto un’ampia ricerca sul modo in cui affrontiamo la morte.
Il primo gradino nel nostro modo di affrontarla è la negazione. La memoria va alla mia prima esperienza di “Remote Viewing”. Era il 1979 e mi trovavo ancora a Princeton. Ebbene, la vissi ma negai a me stesso di averla vissuta. Tornai al lavoro come se nulla fosse accaduto e ci vollero due esperienze consecutive, una di pre-morte ed una di guarigione per scuotermi al punto giusto – per risvegliarmi – sino al punto di dover ammettere che la scienza che avevo sempre insegnato come un dogma non era tutto,né la fine di tutto. Mi ci vollero diversi anni prima di accettare completamente questa evidenza. C’è uno slogan ideato da Chad O’Shay, un predicatore di Asheville, North Carolina, che dice: “La verità vi renderà liberi ma, all’inizio, vi farà infuriare”. Infatti quando ho superato il periodo della negazione ed ho accolto le nuove informazioni, mi sono arrabbiato immensamente. Ero furibondo con quelli che cercavano di nascondere come stanno veramente le cose, mi veniva voglia di saltargli alla gola e a volte non nego di sentirmi ancora così. Dopo il periodo di rabbia segue quello delle “contrattazioni”, una sorta di: “Posso adattare dei perni cilindrici a dei fori quadrati? Posso costruire un ponte tra questi due mondi? Posso conciliare il nuovo punto di vista con quello vecchio?” Di solito la risposta è negativa, il che è piuttosto demoralizzante. Così mi è capitato per un paio d’anni, mentre preparavo il libro, di attraversare una profonda depressione. Trovavo frustrante e difficile trasporre sulle pagine alcune idee per me solidamente scientifiche quanto qualunque altra cosa cui mi fossi dedicato durante la mia carriera di astrofisico. Ho attraversato la fase del lutto e, secondo la Ross, l’ultima parte della fase di lutto consiste nell’accettazione.

Intervista di Swami Virato, scrittore, studioso di filosofie orientali ed editore della rivista New Frontier Magazine.
Fonte italiana | SEgnidalcielo

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