Mary Toft la donna che partoriva conigli

di Valentina Cervelli Commenta

Quello di Mary Toft è una storia che per diversi anni rappresentò uno spaventoso mistero per gli inglesi nei 18esimo secolo. E per quanto effettivamente una spiegazione “naturale” è stata trovata, ciò che ha rappresentato per la gente del’epoca vale la pena di essere raccontato.

Tutto accadde dal 1726 in poi nella cittadina della campagna londinese Godalming. Mary Toft, 25enne sposata con un commerciante ambulante ed incinta, inizia a lamentare dei forti dolori al basso ventre. Tutti pensano che si tratti di un travaglio: i sintomi sono inequivocabili. Viene fatto arrivare il medico del paese per assistere la donna nel parto. E’ possibile immaginare lo stupore di tutti quando la donna invece di un bambino, diede la luce ad un coniglio.

Addirittura il Weekly Journal del 19 novembre 1726 scrisse dell’avvenimento, riportando che dal primo parto per circa un mese a diversi giorni di distanza, la donna aveva messo al mondo 9 conigli, tutti morti nascendo. La donna aveva il timore che tutto fosse da attribuire alla visione di un coniglio nei campi di lei e del suo gruppo di amiche. E  che la commozione creata attorno al fatto le avrebbe fatto perdere il bambino e sostituito lo stesso con i conigli.

Il caso arrivò addirittura alle orecchie di re Giorgio I che inviò i suoi medici personali a verificare cosa stesse effettivamente successo. Fu uno di loro , Nathaniel St. Andrè dopo un primo momento di stupore ad avere un’idea ed a voler verificare se i conigli avessero mai respirato prima di uscire dal ventre immergendo i loro polmoni nell’acqua. Seguito da un terzo che analizzando i resti di coniglio che la stessa continuava a partorire scoprì che gli stessi erano stati macellati con strumentazione appropriata. Arriva addirittura Re Giorgio I  a voler verificare la situazione, soprattutto dopo l’ennesimo parto conigliare di cui lui stesso è stato testimone.

Ci vogliono 3 anni di strani parti ed investigazioni per far cedere Mary Toft che il 7 dicembre del 1726 ammette  di avere inserito pezzi di animali all’interno del suo utero. Per lei solo qualche mese di prigione, fino all’aprile dell’anno successivo.

 

 

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