Gorgoni – Medusa, Steno ed Euriale

di Gianni Commenta

Le Gorgoni erano tre donne fantastiche, stupende: Medusa, Steno ed Euriale, figlie di due divinità marine, Forcide e Ceto. Medusa era mortale e, insieme alle sorelle abitava non lontano dal regno dei morti.

La Dea Atena le punì trasformandole i capelli in nidi di serpenti. Poseidone le nascose in un’isola dell’estremo occidente, nel bel mezzo dell’oceano, abbastanza lontana dalle rotte abituali ma non lontano dal regno dei morti.

Queste fanciulle avevano serpenti al posto dei capelli, denti come zanne di cinghiale, mani di bronzo e delle ali d’oro. Attraverso lo sguardo avevano il potere di mutare in pietra chi lo avesse incrociato e incutevano terrore sia nei Mortali sia negli Immortali.

L’unico a non temerle fu Posidone, che si innamorò di Medusa che le fece concepire due figli. Purtroppo una notte la portò nel tempio di Atena, che si offese e tramutò i suoi capelli in nidi di serpenti e ai suoi occhi il potere di trasformare chiunque in pietra.

Dopo tanto tempo per trovare il covo delle Gorgoni, Perseo decapitò Medusa guardandone la testa riflessa nel proprio scudo, per poterne evitare lo sguardo diretto, dal collo uscirono i figli di Posidone, Pegaso, il cavallo alato, e Crisaore.

Atena, collocò la testa recisa di medusa al centro del proprio scudo e insegne, in modo che i suoi nemici si pietrificavano al solo apparire.

Il sangue della Gorgone era dotato di poteri magici: quello sgorgato dalla vena sinistra era veleno mortale, quello della vena destra resuscitava i morti, difatti fu usato da Asclepio, figlio di Apollo, che esercitava l’arte della medicina.

Un solo ricciolo di medusa assicurava la vittoria sugli avversari, quindi Eracle ne dette uno a Cefeo, come dono di Atena, in modo da ottenere l’alleanza sua e dei suoi venti figli, in una spedizione contro i Spartani. Eracle disse a Cefeo che poteva partire tranquillo e lasciare la città incustodita, purché sua figlia sventolasse il ricciolo di Medusa sopra le mura contro i nemici che avessero cercato di attaccare.

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