Shintoismo, una dottrina poco conosciuta – parte I

di Gianni Commenta

Per lo shintoista la sincerità spirituale e purezza fisica sono le basi dell’attività religiosa. Il concetto di sincerità è la colonna portante di un intero codice morale che in realtà lo shintoismo non possiede. E’ fondamentale nello shintoismo una profonda avversione per ciò che rende materialmente impuri, e le principali cause di contaminazione sono il parto, il sangue e il contatto con la morte, ed colpiscono le persone direttamente interessate ed anche i familiari, cosìcchè, una volta contaminati sono momentaneamente sgradite alla divinità e non possono partecipare al culto.

Se si viene colpiti da impurità volontariamente o involontariamente equivale a un “peccato”; il peccatore è una persona che ha cessato di appartenere al mondo del bene, ma che conserva il diritto di rientrarvi.

Ci sono tre Tipologie di cerimonie:

Riti purificatori
-Imi: vuol dire “astensione” e consiste nella prevenzione di ogni contatto contaminante.
-Misogi: Si compie senza la presenza di un sacerdote, deve essere preceduta dalla applicazione di determinate regole (astensione da carne, alcool tè e altre prescrizioni di carattere igienico) con meditazione mattutina e serale. La purificazione vera e propria consiste in un bagno in acqua fredda meglio se ripetuto alla foce di un fiume , alla sorgente, nel mare, sotto una cascata e in un bacino.
-Harai: Celebrazione di un rito da parte di un sacerdote, accompagnato da una particolare preghiera. Il rito consiste nel fare un’offerta di determinati oggetti sui quali si trasferiscono le colpe della persona che deve purificarsi. Il 30 giugno e il 31 dicembre di ogni anno si celebra la O-harae, o “Grande Purificazione”, a cui partecipa tutta la popolazione.

Cerimonie familiari
Il culto domestico viene celebrato davanti all’altare di famiglia diviso in tre parti; lo scomparto centrale con all’interno un frammento di legno proveniente da una delle demolizioni periodiche dei templi di Ise; lo scomparto di sinistra contiene un oggetto proveniente dal tempio del kami locale e quello di destra è dedicato agli antenati di famiglia.

Riti funebri
Il corpo del defunto, dopo essere stato rivestito di abiti di fogge antiche, viene deposto nella bara. Viene preparata una tavoletta di legno su cui è scritto il nome del defunto e la bara viene trasportata in corteo funebre fuori dalla casa. Poi corteo funebre si ferma e il familiare che compie le funzioni sacerdotali in cui si rivolge agli dei sulla vita del defunto. La bara è portata alla tomba e seppellita; e tutti partecipanti al corteo si sottoporranno a una cerimonia di purificazione.

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