Il fantasma del castello di Wildenstein

Edifici datati e molto antichi spesso contengono cariche di impressioni pschiche oppure fantasmi e vengono detti “infestati“. Un esempio di questo è il castello di Wildenstein, una costruzione del 1400 che sorge vicino Heilbronn, in Germania.

Sono moltissime le persone, generazioni di proprietari, visitatori e anche dipendenti, che hanno sostenuto di aver assistito ad eventi misteriosi. Tra gli episodi uno in particolare desta attenzione e interesse.

Avvenne nel 1945, appena dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale quando molti soldati americani vennero alloggiati nel castello. Una sera, mentre uno di loro faceva il bagno, la porta del locale si aprì ed entrò una donna giovane e vestita di bianco.

Nessie, storia e leggenda del mostro – parte III

Continuiamo a parlare di Nessie e in particolare del suo avvistamento da parte di George Spicer. L’uomo d’affari, che come dicevamo stava viaggiando con la moglie, passava in macchina vicino al lago quando lo vide.

Disse che si trattava di un animale lungo circa sette metri e dal collo lunghissimo, affermò che gli aveva attraversato la strada tenendo tra le fauci un agnellino o qualcosa di simile.

Lo descrisse somigliante ad una specie di drago o animale prestorico. Alcuni mesi dopo un gruppo di persone sedute in una sala da the che si affacciava sul lago affermarono di aver scorto il mostro che assomigliava ad un grosso serpente con due gobbe e una grossa coda, muoversi nell’acqua.

Nessie, storia e leggenda del mostro – parte II

Ma come sarebbe arrivato Nessi nel lago da cui prende il nome? Le uniche vie d’acqua che collegano il lago al mare sono il Canale di Caledonia che fu aperto alla navigazione nel 1822 e il fiume Ness che porta l’acqua.

Il canale è interrotto da parecchie chiuse che si aprono solamente al passaggio delle imbarcazioni è quindi impossibile che Nessie sia passato di qui, inoltre il fiume è troppo basso perchè possa essere percorso da un animale della stazza che si suppone sia il mostro.

Nessie, storia e leggenda del mostro – parte I

Vi ho raccontato che la Valle dove ora c’è il lago di Loch Ness era rigogliosa e verde, con il pozzo da cui prendevano l’acqua e come racconta la leggenda dovevano sempre richiuderlo. A lasciarlo aperto fu la donna per salvare il suo bambino ed il pozzo vomitò l’acqua che coprì l’intera vallata.

Le genti scapparono sulle montagne  mormorando in tono lamentoso: “tha loch ‘nis ann” (traduzione: adesso è un lago!), da qui venne il nome del lago, Loch Ness appunto. Le persone sono fermamente convinte che il lago sia sotto una maledizione e dimora del mostro.

Fantasmi: storie d’amore e di follia vicino a Glasgow

Le rovine del castello di Baldoon sorgono a circa centrotrenta chilometri da Glasgow, nelle Lowlnds scozzesi, ormai coperte d’edera. Qui pare che si aggiri ancora il fantasma di Janet, bella figlia maggiore di sir James Dalrymple. Di questa vicenda narrò anche Walter Scott nel suo romanzo “La sposa di Lamermoor”.

Janet, giovanissima, si era innamorata di lord Archibald Rutheford, un giovane nobile, ma senza denaro. I due si erano fidanzati nonostante il parere contrario della madre di lei, donna fredda e calcolatrice che avrebbe preferito per la figlia un uomo finanziariamente più adatto.

La madre della ragazza era così altezzosa e dura che neppure il marito era in grado di opporlesi e così, davanti alla volontà d’acciaio della donna, di sicuro minacciata e costretta a continue rappresaglie e discussioni, Janet ruppe la promessa fatta al suo amato per andare in sposa a David Dumbar, nipote dell’ex fidanzato, ed erede di Baldoon.

Il druido con la coppa mortale

Uno dei primi fantasmi segnalati nell’isola britannica, in una speduta landa desolata in Cornovaglia, sembra si sia manifestato presso un antico tumolo, vicino al castello di Rillanton.

L’uomo, all’apparenza era un sacerdote druido avvolto in una lunga tunica, si avvicinava ai passanti e porgeva loro una coppa contenente una bevanda magica, senza dire parole.

Si narra che tra i tanti un nobiluomo che passava proprio lì accanto a tarda notte, dopo una battuta di caccia, vedendo un vecchio accanto al tumulo che porgeva la coppa si fosse fermato per capire cosa chiedesse o facesse lì.