Vite Esoteriche – il diario di ognuna di voi

di Gianni 3

Oggi, per la rubrica Vite esoteriche, vi riporteremo una vicenda successa ad una nostra cara lettrice, Didone, una ragazza, che come me, si è messa in gioco per dar modo a tutti coloro che non capiscono e non credono alla magia di ricredersi.

La passione per l’occulto mi accompagna fin da bambina, quando mia madre acquistava riviste che trattavano temi come l’astrologia, metodi divinatori, magie varie.

Per me e mia sorella c’era un rito irrinunciabile, da svolgere ogni 31 dicembre allo scoccare della mezzanotte. Era una sorta di gioco magico, semplicissimo, che aveva lo scopo di far conoscere di quale colore sarebbe stato l’anno entrante per l’amore. Munite di 3 aghi da cucito, dovevamo infilare in ognuno di questi un filo rosso, uno nero e uno bianco.

Una persona non coinvolta sentimentalmente con noi doveva appuntare questi 3 aghi sulla schiena (sulla maglietta ovviamente!) e noi dovevamo afferrarne uno a caso. Ovviamente io e mia sorella eravamo più che coinvolte, speravamo sempre il meglio l’una per l’altra, per cui, appuntavamo gli aghi ad occhi chiusi per essere imparziali e lasciar fare al destino.

Ogni filo aveva un significato: rosso annunciava l’arrivo del grande amore, nero segnalava un anno negativo per i sentimenti, bianco invece prediva un anno senza infamia e senza lode. Da anni io e mia sorella riuscivamo ad afferrare solo il filo bianco, tanto che ormai quel rito era solo un “gioco- tradizione” tra di noi. La notte del capodanno tra il 2001 e il 2002 lo passai con una cara amica e un gruppo di antipatici conoscenti.

La serata fu un disastro tanto che, a mezzanotte e trenta, con la scusa di un malessere, tornai a casa. Anche la serata di mia sorella non era stata granché e rincasammo quasi contemporaneamente. Le dissi di risollevare la prima notte del nuovo anno con il nostro piccolo rito, in fondo la mezzanotte era passata da poco! Preparammo gli aghi e mia sorella iniziò ad appuntarli senza troppa voglia. La mia serata, di colpo, cambiò.

Per la prima volta in tanti anni, tra le mie dita vedevo il filo rosso, l’ago che dondolava veloce, come ad annuire, a sottolineare che era tutto vero. Sorridente, andai a letto con una piccola ma nuova speranza nel cuore.

In quella prima parte del 2002 ebbi modo di conoscere molta gente nuova ma nessun ragazzo mi colpì particolarmente, tanto che arrivò giugno, l’anno scolastico terminò, ed io iniziai a pensare che quella bella profezia non si sarebbe mai avverata. Un pomeriggio di fine giugno, chiusa in casa per il caldo e un po’ di malinconia, cercai di contattare un’amica, sbagliando però a digitare il numero (il vizio di non usare la rubrica del cellulare ce l’ho ancora adesso!).

Mi arrivò un sms da quel numero sconosciuto e mi chiedeva giustamente chi fossi. Gli risposi presentandomi e scusandomi per il disturbo e iniziammo quindi a chiacchierare tramite messaggi. Dopo pochi giorni, prendemmo un po’ di coraggio e passammo alle conversazioni a voce, scoprendo ogni giorno qualcosa di magico nell’altra persona, una grande affinità e sentimenti nuovi. Mancava l’ultimo ostacolo: vedersi. Passammo insieme una giornata bellissima, piena di sole e allegria. Da quel giorno di giugno del 2002, non ci siamo più lasciati.

In quella sbagliatissima e fredda notte di capodanno, il filo rosso aveva avuto ragione ed aveva già da allora illuminato la mia vita.

Commenti (3)

  1. Grazie mille per aver scelto la mia storia, chissà, forse qualche lettore farà suo questo piccolo espediente magico!

  2. Ciao Didone, che bella la tua storia, sembra una favola :).
    Vi auguro il meglio,

    x Mystic Swan

  3. Grazie 1000 Mystic Swan!

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