Angeli ed ali, la loro storia

di Valentina Cervelli Commenta

Quando parliamo di angeli tendiamo a identificarli con delle grandi ali dietro la loro schiena, simbolo di quella santità che agli esseri umani manca. Ma da quando queste fanno parte dell’iconografia o dell’ideale angelico?

Angeli dipinti in modo differente nei secoli

Nel tempo gli angeli sono stati dipinti in moltissime maniere differenti. Spesso e volentieri, schiavi della tradizione della quale facciamo parte, li riproduciamo riccioluti, biondi e per l’appunto dotati di ali molto ampie. È la rappresentazione tipica del Rinascimento quella che è giunta fino ai giorni nostri.

Un modo per gli artisti di dare una figura a degli esseri teoricamente incorporei. Le sacre scritture ci insegnano come questi apparissero in modo specifico a coloro ai quali dovevano portare un messaggio. Non dobbiamo dimenticare che gli angeli etimologicamente parlando derivano dal greco aggelos o messaggero.

La loro visione rinascimentale deriva essenzialmente dai profeti Davide, Ezechiele e Isaia. Ma manca questo riscontro iconografico in quella che è l’arte dei primi cristiani. In questo caso, va detto, potrebbe avere a che fare anche la necessità dei Proto cristiani di evitare che venissero scambiate con divinità come la greca Nike.

Questa differenza è facilmente riscontrabile all’interno, ad esempio, delle catacombe di Santa Priscilla risalenti al terzo secolo. O ancora alle raffigurazioni presenti negli affreschi dell’Ipogeo di Vibia a Roma risalenti al quarto secolo. Al loro interno gli angeli, veri e propri messaggeri divini, sono degli uomini con la barba vestiti di abiti dall’alto pregio sociale.

Solo più avanti sono arrivate l’aureola e le ali. Ma attenzione: questa raffigurazione è legata a tutta una serie di teorie, tra le quali quelle di Tertulliano, che sostenevano la mancanza di corporeità degli angeli.

Impossibile avere testimonianze empiriche

Per quanto riguarda questa figura parte del credo religioso, a farla da padrona, come anticipato in molti casi, è proprio la tradizione che si è andata man mano formando nel corso dei secoli. Per quanto molte persone siano convinte di sentire la loro presenza attorno a loro, non possono riportare empiricamente tratti del loro aspetto.

Non è possibile quindi correggere in qualche modo l’iconografia o il modo nel quale li pensiamo. Fermo restando che con molta probabilità qualsiasi manifestazione “fisica” verrebbe accompagnata da figure familiari alla persona destinataria.

È un po’ come l’iconografia di Gesù: un abitante dei suoi luoghi molto difficilmente potrà essere biondastro con gli occhi azzurri. Eppure la maggior parte delle sue rappresentazioni seguono questa linea. Insomma, per tutti noi gli angeli sono degli esseri praticamente incorporei dotati di ali. Ma in fondo non è detto che sia così davvero.

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