Il nostro metaforico viaggio astrologico fra le poliedriche personalità dei componenti dello storico gruppo musicale dei Beatles continua: dopo esserci soffermati, negli scorsi articoli, su John Lennon e Paul McCartney, oggi è la volta di George Harrison.
Nato sotto il segno dei Pesci, con la Luna in Scorpione e Giove in Cancro, è facile identificare nella personalità di George Harrison un certo tipo di sensibilità emotiva che, negli anni della sua carriera ha guidato le sue scelte di vita personale e professionale verso contesti spirituali legati all’oriente.
Dalla collaborazione con il suonatore di sitar Ravi Shankar per la realizzazione del celebre “Concerto per il Bangladesh”, alla sua adesione all’induismo (nella tradizione Vaishnava) o, ancora, alla sua scelta etica di essere vegetariano, le direzioni di vita intraprese da George Harrison sono spesso apparse coerenti e ponderate. Tale sensibilità traspare anche nel suo approccio creativo, piuttosto intimista, riconducibile a Venere in Pesci, in configurazione favorevole sia con la Luna in Scorpione che con Saturno ed Urano in Gemelli.
Dalla sua stessa autobiografia emerge una personalità che, tendenzialmente, rifugge da un certo tipo di notorietà legato allo show business ed anche i suoi matrimoni mostrano una sorta di anelito alla creazione di una relazione ideale con una donna ideale. Privilegiare tali importanti principi può, nel tempo, avere in un certo senso inibito una certa capacità d’azione del musicista inglese.
Marte in Capricorno, infatti, apportatore di una buona dose di operatività concreta e pragmatica, risente dell’influenza poco favorevole di Giove, in grado di enfatizzare certi turbinii emotivi.
Pur avendo spaziato, nell’arco della propria carriera, in più direzioni, in realtà George Harrison sembrerebbe che non abbia voluto, poi, allontanarsi troppo dalle proprie origini, come confermerebbe il già menzionato Sole di nascita in Pesci.
Anche l’attività di produttore cinematografico, intrapresa negli anni successivi ai successi musicali, confermerebbe una certa tendenza da parte di George Harrison a circondarsi, comunque, di collaboratori facenti parte di un suo entourage di fiducia, già noto.
Commenti (1)