Cydonia – le piramidi di Marte

di Gianni Commenta

Oggi parleremo di Misteri, più esattamente di Cydonia. Qualcuno di voi ne ha mai sentito parlare? Richard Hoagland è un giornalista scientifico che da anni studia le ricerche portate da Vincent Di Pietro e Gregory Molenaar, i due specialisti informatici che nei primi degli anni ottanta adottarono le tecniche più raffinate del periodo per definire l’immagine dell’Orbiter trasmessa alla NASA, con la sigla 35A72, che nascondeva il volto marziano scoprendo poi anche sei piramidi con spigoli e angoli simmetrici.

Il professor Hoagland, direttore del planetario di West Hartford e dell’Hayden di New York, e redattore capo della rivista “Star & Sky” e consulente del centro di volo spaziale Goddard della NASA, iniziò uno studio approfondito sulla questione portata avanti dai sue specialisti.

Fu proprio lui insieme ad Eric Burgess, ad ideare il primo messaggio interstellare cioè una targa, applicata alla carlinga del Pioneer 10, raffigurante il nostro sistema solare, la posizione del pianeta terra, un uomo e una donna e lo chassid stesso del Pioneer.

Hoagland disse che i monumenti di Marte avevano lo stesso significato e fine della targa interstellare, cioè erano un messaggio extraterrestre per noi terrestri.

Secondo lui il complesso architettonico, di Cydonia era stato realizzato ed orientato 500.000 anni fa in direzione del sole durante il solstizio d’estate del pianeta rosso.

Quello che rimaneva era solamente una parte di questo immenso progetto architettonico concepito dagli allora abitanti di Marte. Molto interessante è la datazione stabilita dai Sumeri in relazione all’arrivo degli dèi sulla terra e della fondazione della colonia su Gaia (Eridu, la terra tra i due fiumi): 480.000 anni fa.

Cydonia fu la prima base degli Anunnaki? Il popolo giunse sul nostro pianeta per iniziare ad insegnare la geometria sacra ai popoli di allora?.

Secondo Hoagland non era però il viso la parte fondamentale dello schema ma la piramide a 5 lati chiamata “D&M” in onore dei due tecnici NASA scopritori, secondo lui il volto aveva solamente la funzione di attirare l’attenzione di eventuali abitanti vicini a Marte.

Secondo Hoagland la disposizione dei presunti monumenti era casuale e il codice di Cydonia fu interpretato per la prima volta da Erol Turon, della divisione di Cartografia del Ministero della Difesa degli Stati Uniti. La struttura piramidale (1,5×2,2 km alta 1.000 m) ha la forma della “sezione aurea” di Leonardo da Vinci.

Turon scoprì che l’angolo, la distanza e le costanti matematiche della piramide erano gli stessi che s’incontrano in tutto il complesso. Stan Tenen, che per anni fu occupato a tradurre le costanti geometriche dei monumenti santuario, riuscì a costruire, un modello di tetraedo inscritto in una sfera: se si orienta il tetraedo, in maniera tale che un suo vertice guardi a nord, i suoi angoli toccano la sfera ad una latitudine sud di 19,5°.

Alla latitudine 19,5° sono situati moltissimi complessi sacri nonché la macchia rossa di Giove, il monte Olimpo di Marte, la macchia scura di Nettuno e la zona di massima attività delle macchie solari. Hesemann si pone la domanda se siamo in presenza di coincidenze o siamo all’oscuro di una legge astrofisica.

Quando Hoagland incontrò Bruce De Palma del MIT, studioso della fisica dei corpi in rotazione, entrò in contatto con un’ipotesi accarezzata da molti scienziati come Adam Trombly secondo cui una sfera in rotazione apre un “portale” attraverso cui fluisce energia coerente, una sorta di iperspazio tra la nostra dimensione ed una quarta.

Questo scambio avviene a 19,5° di latitudine. La teoria di Trombly giustifica l’orbita eccentrica di 3.600 anni del pianeta Nibiru, ipotizzabile solo se si considera una produzione energetica indipendente dall’attrazione del sole, mentre Cydonia nasconde il segreto di una energia nuova e illimitata.

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