Oggi voglio parlarvi di Yule, che nella tradizione germanica precristiana, era la festa del solstizio d’inverno, la notte più lunga dell’anno, la notte in cui si celebra la nascita del Sole Bambino, il Figlio della Promessa.
In diversi luoghi della terra e nella più lunga e oscura delle notti dell’anno, la Dea Madre genera il Figlio Divino, il nuovo Sole che promette di riportare la Luce.
Questo periodo viene menzionato in versioni analoghe per far conoscere l’origine di molte divinità come Horus, Apollo, Mitra, Gesù e tutte divinità che emanano luce e con un’ importanza primaria nel proprio ambito culturale, attraverso una serie di cicli della natura, delle stagioni, dei raccolti.
La festa di Yule tradizionale nella tradizione celtica o vichinga non si sa molto. È certo che la celebrazione avveniva durante il solstizio invernale in epoca pre-cristiana. Ci sono numerosi riferimenti a Yule nelle saghe islandesi, si trattava comunque di un periodo di riposo e danze, che in Islanda continuò a essere celebrato per tutto il medioevo, fino all’epoca della riforma.
Durante la festa avveniva il sacrificio di un maiale in onore del dio norreno Freyr, una tradizione rimasta nella cultura scandinava, in cui a Natale si consuma carne di maiale.
Rouche riporta che le confraternite di artigiani del IX secolo furono denunciate dal clero cattolico per i loro patti di reciproco sostegno, formulati in banchetti annuali che si tenevano il 26 dicembre, “giorno di festa del dio pagano Jul”, in cui venivano evocati demoni e spiriti dei morti.
Per quanto riguarda il natale moderno, tutto ebbe inizio quando i missionari iniziarono la conversione dei popoli germanici, qui adattarono alla tradizione cristiana molti simboli e feste locali. La festa di Yule venne trasformata nel Natale, mantenendo però alcune delle sue tradizioni originarie.
Fra i simboli moderni del Natale derivati da Yule compare, l’uso del vischio e dell’agrifoglio, gli alberi da frutta, i sempreverdi sono un elemento fondamentale delle celebrazioni del solstizio invernale poiché mantiene le sue foglie tutto l’anno, è un ovvio simbolo della persistenza della vita anche attraverso il freddo e l’oscurità della stagione invernale.
La birra e il pane venivano offerti agli alberi in Scandinavia e l’albero di Yule rappresentava la fortuna per una famiglia così come un simbolo della fertilità dell’anno nuovo.
Nel neopaganesimo Yule con Beltane e Samhain, Yule è una delle principali festività neopagane. In alcune tradizioni si commemora la morte dello Holly King (Re agrifoglio che simbolizza l’anno vecchio ed il sole al declino), per mano del suo successore Oak King (“Re Quercia”), che simboleggia l’anno nuovo ed il sole.
Il rituale tradizionale prevede una veglia celebrata dal tramonto all’alba successiva per assicurarsi che il sole sorga nuovamente.
Fonte | Mimina