Miti e leggende sulla creazione – parte II

di Gianni Commenta

Le mitologie più ricche e complesse sono nate in India, culla di alcune versioni cosmiche. La più importante è quella che sta alla base dell’Induismo e che si trova nei quattro Veda, libri sacri scritti in sanscrito che sono probabilmente datati 1500 a.C.

Al pari di miti e leggende greche e finlandesi, anche questo inizia con un uovo d’oro che galleggiava su un oceano sconfinato che dopo mille anni si aprì.

Ne uscì il Signore dell’Universo che divenne il primo Uomo. Però era solo e triste allora si divise in due per creare un uomo e una donna. Da questo poi discendono tutti gli animali della terra.

Il significato di questo mito è che l’universo sembra essere pieno di oggetti ed esseri, ma sono tutte manifestazioni illusorie di uno stesso dio. Per alcuni induisti la divinità universale è il Brahma, che si trova anche in Vishnu e Shiva.

Per altri sono questi ultimi due le divinità principali, ma che venerino uno o l’altro tutti credono che ciò che vediamo non sia davvero reale e che persino il tempo sia un’illusione, una creazione della mente umana.

La meta di questa religione è l’illuminazione, grado di comprensione da cui si può contemplare la verità nella sua totalità e ottenere la libertà anche dall’illusione del tempo. Nell’induismo il tempo e lo spazio assumono una forma ciclica.

Shiva è spesso dipinto come un danzatore cosmico e i ritmi della danza si confondenvano con i cicli di tmepo e spazio ripetendosi dalla nascita alla morte e poi alla rinascita.

Attraverso i cicli le persone si reincarnano più e più volte portando con sé il proprio karma, bilancio delle azioni buone e cattive, fino a che arrivano alla perfezione spirituale e all’illuminazione eterna. Secondo la mitologia indù l’universo passa da un ciclo all’altro e crea una scala cosmica. (continua)…

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