Napoli è la città dei mille colori e delle altrettanti tradizioni e forse anche per questo è senza dubbio uno dei luoghi in cui il mistero trova maggiore spazio. Ma quali sono le leggende e i fantasmi più noti? Scopriamolo insieme.
miti e leggende
I Tuatha Dé Danann: il primo popolo celtico
I Tuatha Dé Danann furono un popolo celtico assai antico, misterioso e affascinante per la loro origine e per le tradizioni e le credenze che lasciarono al popolo irlandese. Essi presero il loro nome dalla Dea Danu; le origini di questa dea si perdono nella storia più ancestrale, difficile risalire o capire quando l’immagine di essa fu realmente creata e se essa era realmente di origine celtica o veniva da una popolazione delle indie. Di lei si sa poco e niente, quello che si sa è che era venerata come Dea Madre, dea della terra, protettrice appunto di questo popolo.
Storie e leggende di licantropia nel passato
Nell’Europa Medievale i racconti e le leggende sulla licantropia e i licantropi si diffusero abbatsanza velocemente. Dalla Polonia e Lituania arrivano storie che narravano di stregoni che pare avessero il dono di trasformarsi momentaneamente in lupi una volta l’anno.
Queste leggende rimasero vive nella tradizione popolare collettiva per secoli tanto da apparire in un documento di corte datato 1555 nel quale è registrata la confessione di alcuni contadini che erano andati nella boscaglia, sierano denudati e poi trasformati in lupi.
Rituali di trasformazione sono anche citati in alcuni racconti della Livonia, attuale Estonia. L’attività e le cerimonie di questo genere di svolgevano soprattutto nel periodo natalizio, ovvero del solstizio d’inverno, notoriamente favorevole ad ogni attività magica.
Libri occidentali
Liber Daemonicus
Questo testo maledetto fu scritto attorno a 1500 da tale Heyronimus Nulnicus, demonologo devoto a Tzeentch, ne esistono poche copie, quasi tutte in Reikspiel, tutte in comune, il libro, inoltre, è proibito in tutto il Vecchio Mondo, ed è considerato prova di Demonologìa e Cultismo. Diviso in due sezioni: la prima spiega come diventare Demonologi senza un maestro, come stringere un patto con un dìo del Caos, e un breve indice di nomi di Demoni Tzeentchiani o indipendenti. La seconda è una descrizione degli dèi e dei loro demoni, con un grande elogio di Tzeentch, e una velata avversione per tutti gli altri (Slaanesh, Khorne, Nurgle, Caino).
Geographia Orbis Terrarum
Scritto una cinquantina d’anni fa da Pietro Velabianca di Luccini, famoso navigatore, fa una trattazione della geografia del Mondo Conosciuto (almeno dagli umani del Vecchio Mondo), descrivendo dapprima il Vecchio Continente con i suoi stati, i suoi equilibri, la sua politica, poi, passando all’Arabia, alla Norsca, ad Albione, qualche accenno alle Terre Oscure e alle Maleterre e alle Steppe al di là, e infine alla Costa Nuova e al Nuovo Mondo e qui termina la parte interessante del libro, le informazioni empiriche ed oggettive.
L’abominevole uomo delle nevi sull’Himalaya -II
Anche le spedizioni nell’Asia centrale, dove stavano le popolazioni dei Mongoli dei Gengis Khan, non portarono a nulla di fatto. Nelle aspre catene montuose e nei deserti, dove dovevano vivere degli esseri antropomorfi ricoperti di pelo, non trovarono nulla.
Le popolazioni del luogo chiamavano queste creature Almas, o uomini selvaggi, e facevano parte della della fauna locale, del tutto innocui e non ne crearono leggende.
Il fiele di questi essere inferiori pare riuscisse persino a curare l’itterizia. Un aristocratico bavarese, Hans Schiltberger descrisse gli Almas nel 1430 dopo che riuscì a fuggire dalla prigionia. Venne tenuto nella regione di Tien Shan.
L’abominevole uomo delle nevi sull’Himalaya -I
Sulle vette dell’Himalaya sembra ci siano diverse creature viventi, non solo il conosciuto Abominevole uomo delle nevi. Questo sarebbe stato provato dal ritrovamento di diversi tipi di impronte.
Tombazi, di cui abbiamo già parlato, e spericolato fotografo greco aveva rinvenuto orme più piccole di quelle ritrovate da Howard-Bury, somigliavano a quelle di piedi umani. Parlando con gli Sherpa del luogo era da sempre noto che loro sapevano dell’esistenza di due distinte creature misteriose.
Alle due avevano dato anche nomi differenti: meh-teh erano chiamati gli esseri più piccoli, uomini bestia, mentre i più grandi erano chiamati yeh-teh e vivevano ai limiti della vegetazione, vicino ai nevai, e scendevano a valle solamente per rubare il cibo nei villaggi.
Bigfoot, avvistamenti alla fine degli Anni ’70 – II
Continuiamo a raccontare la storia di Piedone e di Patterson. Eravamo rimasti al punto in cui Patterson appunto era andato nella foresta armato di telecamera e si era appostato per fotografare la creatura, ma non era riuscito che a fare un brevissimo filmato perdipiù molto mosso.
Difficile da seguire proprio perchè sfuocato mostrava una figura robusta con le spalle grandi e le mammelle pendule, interamente ricorpera di pelo rossiccio tranne che sui palmi delle mani.
Dal Bigfoot all’abominevole uomo delle nevi
Secondo gli scienziati ormai tutti i grandi animali sono stati schedati e catalogati e gli zoologi ritengono che il mondo sia gà stato esplorato in lungo e in largo rendendo impossibile che una creatura grande come il Sasquatch possa ancora nascondersi.
Inoltre con i satelliti che spiano in ogni angolo della Terra fotografando, se ci fosse qualcosa lo avrebbero trovato. Eppure avvistamenti di strane creature continuano a susseguirsi e sembrano anche essere attendibili.
Nessie, storia e leggenda del mostro – parte III
Continuiamo a parlare di Nessie e in particolare del suo avvistamento da parte di George Spicer. L’uomo d’affari, che come dicevamo stava viaggiando con la moglie, passava in macchina vicino al lago quando lo vide.
Disse che si trattava di un animale lungo circa sette metri e dal collo lunghissimo, affermò che gli aveva attraversato la strada tenendo tra le fauci un agnellino o qualcosa di simile.
Lo descrisse somigliante ad una specie di drago o animale prestorico. Alcuni mesi dopo un gruppo di persone sedute in una sala da the che si affacciava sul lago affermarono di aver scorto il mostro che assomigliava ad un grosso serpente con due gobbe e una grossa coda, muoversi nell’acqua.
Nessie, storia e leggenda del mostro – parte II
Ma come sarebbe arrivato Nessi nel lago da cui prende il nome? Le uniche vie d’acqua che collegano il lago al mare sono il Canale di Caledonia che fu aperto alla navigazione nel 1822 e il fiume Ness che porta l’acqua.
Il canale è interrotto da parecchie chiuse che si aprono solamente al passaggio delle imbarcazioni è quindi impossibile che Nessie sia passato di qui, inoltre il fiume è troppo basso perchè possa essere percorso da un animale della stazza che si suppone sia il mostro.
Nessie, storia e leggenda del mostro – parte I
Vi ho raccontato che la Valle dove ora c’è il lago di Loch Ness era rigogliosa e verde, con il pozzo da cui prendevano l’acqua e come racconta la leggenda dovevano sempre richiuderlo. A lasciarlo aperto fu la donna per salvare il suo bambino ed il pozzo vomitò l’acqua che coprì l’intera vallata.
Le genti scapparono sulle montagne mormorando in tono lamentoso: “tha loch ‘nis ann” (traduzione: adesso è un lago!), da qui venne il nome del lago, Loch Ness appunto. Le persone sono fermamente convinte che il lago sia sotto una maledizione e dimora del mostro.
Una leggenda delle Highland del 1600 – II
Di Coinneach Odhar non si sa molto, la sua vita è avvolta nel mistero, ma nei documenti del Parlamento scozzese del 1500 si può trovare un ordine inviato alle autorità di Ross nel quale c’è scritto di processare il Categorie Miti e Leggende
Una leggenda delle Highland del 1600 – I
Erano gli inizi del 1600 e una contadina se mpliciotta dell’isola di Lewis, nelle Highland, stava pascolando la sua mandria vicino ad un vecchio cimitero quando all’improvviso le pietre delle tombe cominciarono a tremare.
La signora Mackenzie era piuttosto spaventata e impietrita e rimase ad osservare le pietre rovesciarsi con fragore e dalle tombe uscire gli spiriti dei morti, fantasmi che se ne volarono via.
La dodicesima notte e l’Epifania
La dodicesima notte precede il dodicesimo giorno e conclude il periodo Natalizio, ossia le celebrazioni inerenti il Natale ed è un momento di allegria. Se fino a questo giorno si sono tenuti appesi gli addobbi di queste festività una superstizione dice che porta sfortuna tenerli anche dopo la dodicesima giornata.
Una tradizione narra che nell’antichità del mondo celtico, durante il festival della dodicesima notte l’ordine delle cose sarebbe stato capovolto. Veniva preparata una torta con dentro un fagiolo e chi lo trovava sarebbe stato il re fino allo scoccare della mezzanotte, il re un semplice contadino.