Il Re buono: racconto buddista, II PARTE

di Redazione Commenta

Nell’articolo di ieri, abbiano iniziato a narrare il racconto buddista che parla di un Re di un infinità bontà che pur di non sacrificare una vita, sacrifica la sua. Una racconto che insegna la bontà e il sacrificio e il valore della vita stessa.
(Per chi si fosse presto la prima parte potete cliccare sul titolo qui sotto).

Il Re buono: racconto buddista, I parte

[…]

“ Indra decise allora di conoscerlo, nella speranza che il re Sibi avrebbe in futuro ottenuto il risveglio e fosse divenuto un Budda. Indra sapeva bene che fra tanti pesci piccoli pochi divengono grandi, e che fra tanti frutti di mango acerbi pochi divengono maturi. Tuttavia decise di non abbandonare la speranza. Si trasformò allora in falco, e chiese a Visvakarma di trasformarsi in un piccione dal corpo azzurro come il cielo e gli occhi rossi come rubini, per mettere alla prova la saggezza del re.

Scesero dal cielo come un arcobaleno, e il piccione, inseguito dal falco, si rifugiò sotto il trono del re che riceveva in udienza per risolvere le questioni del suo popolo. I volti delle persone si riempirono di stupore nel vedere come persino gli animali cercassero l’aiuto del loro re.

Il falcone allora disse: «O re, dammi il piccione che è la mia preda». Ma Sibi, guardando gli occhi pieni di paura della bestia rannicchiata sotto il trono, rispose al falco: «Questo piccione che tu hai inseguito, pieno di paura, è volato fino a me affinché io proteggessi la sua vita. Io sono il re Sibi, e da molti anni ho deciso di proteggere e sostenere la vita di tutti gli esseri viventi. Piuttosto che darti il piccione e permettere in tal modo la sua morte, sono disposto a sacrificare la mia stessa vita». Il falco rispose: «O re, quel piccione è il cibo per me e i miei piccoli. Se è vero che hai promesso di sostenere la vita di tutti gli esseri viventi, non puoi permettere che io e la mia famiglia moriamo di fame. Rendimi il mio cibo». Sibi replicò: «Non hai altro cibo per sostenere la tua vita?». «No – disse il falco – io mi nutro di carne e sangue». Il re disse: «La mia carne sarebbe cibo buono per te?». «Certamente – rispose il falco – se mi darai una quantità della tua carne equivalente al peso del piccione io potrò sfamare me e la mia prole e me ne andrò via lasciando quel piccione in pace». E così fece…”

Continua…

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