Religione, esiste quella perfetta?

di Valentina Cervelli Commenta

Religione, esiste quella perfetta? È una domanda che forse non ci poniamo abbastanza, strapazzati da preconcetti e dogmi che, a prescindere dal culto, difficilmente hanno attinenza con la vita quotidiana.

Parliamo di religione e di fede

È inutile che ci giriamo intorno: se ci si approccia alla questione religione a livello scientifico è un po come quando si parla di fantasmi. Puoi presentare qualche modifica in alcuni parametri ma la certezza di seguire qualcosa di esistente non c’è. E per questo che si parla di fede. E quindi di fiducia in ciò che viene indicato e di conseguenza crediamo.

I culti sono qualcosa che viene instillato nelle nuove generazioni fin dalla loro infanzia. I percorsi che vedono adulti scegliere una religione non sono moltissimi e soprattutto si scontrano con tradizioni e dogmi millenari privi, anche in questo caso, di vera attinenza con il quotidiano. Basta pensare alle interpretazioni che vengono fatte dei libri sacri. Varie confessioni o culti cristiani seguono diverse traduzioni della Bibbia e del Vangelo.

Dando vita a credenze differenti. Differenti sono anche i ragionamenti e le tradizioni seguite da chi condivide parte delle scritture, come i cristiani, gli ebrei e i musulmani. Non si sbaglierebbe dicendo che la religione sia alla fine qualcosa che dovrebbe rimanere prettamente personale e che è soggetta a interpretazioni arbitrarie.

Questo non significa dover essere per forza atei o agnostici. In fin dei conti con prove molto labili crediamo anche alla presenza di spettri e fantasmi, nonché a manifestazioni di energie differenti.

Ricordiamoci i veri insegnamenti

Per questo ci chiediamo: esiste davvero la religione perfetta? La risposta è no. Ma non perché una sia più giusta di un’altra. In teoria il Dio o gli dei presi in considerazione, a meno di tornare ai tempi dell’antichità, promuovono essenzialmente solo amore. Il problema è rappresentato dall’interpretazione che viene data dall’essere umano.

Il quale si arroga il diritto, spesso e volentieri, di dimenticare completamente gli insegnamenti d’amore che queste condividono, per farne un mezzo di guerra. Con risultati devastanti. C’è da chiedersi se non sarebbe meglio votarsi tutti quanti all’analisi di manifestazioni metafisiche e soprannaturali.

Forse anche in quel caso si potrebbero trovare maggiori prove a giustificare il nostro agire nel voler conoscere quel particolare mondo. Rispetto, ovviamente, a sfruttare il culto verso un Dio per fare del male. Cosa è certa: esoterismo o religione bisognerebbe agire in questo ambito nel modo migliore. Rispettando gli altri e non agendo malvagiamente, rendendo un problema comune un fattore così personale. Forse anche la religione in questo modo sarebbe più seguita e accettata.

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