Superstizioni, le più diffuse

di Valentina Cervelli Commenta

Quali sono le superstizioni più diffuse? Gli italiani sono essenzialmente persone scaramantiche fin dalla notte dei tempi. Scopriamo insieme quali sono le cose che il tal senso spaventano di più.

Superstizioni bibliche e storiche

La cosa divertente è che la maggior parte delle superstizioni tipiche degli italiani sono legate spesso e volentieri proprio all’ambito religioso. Determinate situazioni vengono considerate sconvenienti perché collegate a particolari negativi della vita di Gesù Cristo. Una delle superstizioni più diffuse? È quella legata all’olio rovesciato: quando ciò accade viene considerato segno inopportuno, addirittura per tradizioni risalente agli assiri e agli egizi. E al fatto che fosse considerato al pari dell’oro un materiale di valore: sprecarlo era segno di sventura.

Una superstizione positiva è quella legata al vino, che viene sempre considerato di buon auspicio. Anche quando cade basta intingere un dito nel liquido e bagnarci il collo per avere fortuna. Un segno di grande sventura è invece rappresentato dal pane messo sottosopra. Questo non solo sarebbe un segno di non rispetto nei confronti degli altri commensali ma essendo il pane il corpo di Cristo capovolgerlo equivarrebbe a una bestemmia. È per tale ragione che le generazioni più anziane, prima di buttarne alcuni pezzi, lo baciano. Storicamente parlando invece nel ‘400 in Francia il pane veniva dato capovolto a chi si voleva disprezzare. Ai tempi questa figura era quella del boia.

Non versare l’acqua alla traditora

E cosa dire del sale? Tradizione vuole che non venga nemmeno passato di mano in mano ma deve essere poggiato sul tavolo. Una superstizione che nasce dalla Bibbia che coinvolge Giuda, il quale avrebbe rovesciato del sale poco prima di tradire Gesù.

Ancor peggio e lasciare la tovaglia bianca sul tavolo: secondo la tradizione porta talmente tanta sfortuna da poter uccidere. Questo dipende dal fatto che rappresenta da moltissimi secoli un richiamo alle lenzuolo funebre.

Soprattutto nel Lazio ma più generale in Italia viene considerato inaccettabile che si versi l’acqua alla traditora. Ovvero con il dorso della mano verso il bicchiere: viene considerato addirittura maleducazione. Ciò dipende da storie risalenti all’antica Roma che hanno come protagonisti negli anelli concavi con un tappo semovibile all’interno del quale veniva riposto il veleno. Versando in questo modo, il veleno raggiungeva il bicchiere del povero malcapitato. In tempi più recenti sembra fosse uso di Lucrezia Borgia avvelenare così i propri nemici.

Tornando a parlare di superstizioni bibliche non devono essere nemmeno incrociate le posate perché richiamerebbero alla crocifissione. In Francia l’incrociare coltelli principalmente portava nei secoli scorsi a liti tra commensali.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato.

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>