Rennes-le-Château, la storia dell’Abate Saunière – parte seconda

di Gianni Commenta

Saunière entrò poi in contatto con alcuni circoli esoterici, cominciando ad interessarsi a quel campo di studi che la Chiesa non considera positivamente. Saunière non mancò di visitare anche il Louvre a parigi, dove erano esposte le opere del pittore Nicolas Poussin.

Ad attrarre la sua attenzione era il dipinto “I pastori d’Arcadia”, che raffigura tre pastori che osservano il coperchio di un sepolcro su cui sono incise le parole “Et in Arcadia ego”, “Io sono in Arcadia”. Secondo alcuni studiosi, il sarcofago sarebbe esistito realmente, e a poca distanza da Rennes Le Chateau.

Il sarcofago venne comperato da un americano, e fu fatto saltare in aria con la dinamite nel 1988 dal suo proprietario, stanco di avere continuamente sulla sua proprietà turisti provenienti da Rennes Le Chateau con in mano la fotocopia del dipinto di Poussin per un confronto diretto.

Il sepolcro, secondo alcuni studiosi sarebbe stato costruito nel XX secolo e nulla avrebbe a che fare con il dipinto del ‘600, ma le prove certe di questo non sono state fornite.

A Rennes Le Château tornò dopo aver tradotto le pergamene con l’aiuto di Emile Hoffet, al quale Saunière lasciò una copia di ogni pergamena. L’abate portò con sé le copie di tre dipinti: “I pastori d’Arcadia” di Pussin, un ritratto di papa Celestino V e “La tentazione di Sant’Antonio” di David Teniers.

Oltre al dipinti di Poussin, molto importanza aveva anche il ritratto di Celestino V, un papa, rimasto in carica per soli cinque mesi, è predecessore di Bonifazio VIII, “amico” di Dante, il quale, nel 1314, sciolse l’ordine dei Cavalieri Templari.

Di ritorno a Rennes, Saunière accoglierà presso di sé la famiglia Dénarnaud, assumendo Marie come propria perpetua.

Di seguito Saunière riprese i lavori di ristrutturazione della chiesa e si offrì di aiutare economicamente alcuni abitanti del villaggio nella ricostruzione delle abitazioni e di far costruire una strada che conduca direttamente al borgo.

Il sacerdote avrebbe speso l’equivalente di circa 14 milioni di euro attuali. Ma cosa fece cambiare così radicalmente la sua situazione finanziaria? Nel suo diario, leggiamo queste parole: “Ho trovato un tesoro“.

Mentre i lavori andavano avanti Saunière inaugurò una strana ed inquietante attività: scortato costantemente dalla fedele Dénarnaud, Saunière si diede alla profanazione notturna di tombe.

fonte daltramontoall’alba

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