La svastica, il simbolo della prosperità e del benessere

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Quando vediamo la svastica, la prima cosa che ci viene in mente sono i nazisti, di fatti, durante il Primo dopoguerra il Partito nazista, adottò questo simbolo per rappresentarli, senza però tuttavia conoscere il vero significato simbolico, religioso e filosofico che egli per i popoli orientali rappresentava.

I primi reperti facenti uso del simbolo della svastica risalgono al Neolitico; essa fu trovata in numerosi frammenti di ceramica nel Khuzestan in Iran, nella scrittura utilizzata dalla Cultura di Vinca nell’Europa neolitica, altri ritrovamenti risalgono all’Età del Bronzo nella zona di Sintashta in Russia, nell’Età del ferro nel Caucaso settentrionale e in Azerbaijan. In tutti questi ritrovamenti, gli esperti hanno affermato, che la svastica non veniva usata come simbolo religioso, quale principalmente era.

Il nome “svastica” deriva dal sanscrito “svastì”, il cui sostantivo neutro significa, benessere, successo e prosperità, a sua volta il nome è composto dal prefisso “su” cioè bene o buono, e da “asti” , coniugazione della radice verbale “as” che significare essere, cioè significa che il simbolo, è un simbolo di prosperità e benessere, praticamente un portafortuna.

La svastica, come avrete sicuramente dedotto, ha origini orientali, più precisamente, tra i popoli dell’India, e della Cina. La svastica, in questi popoli rappresentava quasi certamente un simbolo solare, la sua forma, riporta al simbolo di una spirale o di un movimento circolare, con l’allusione dell’evoluzione ciclica dell’universo. Il movimento, in genere della svastica, era in senso orario, e rappresentava il moto del sole. Nel Tibet, invece la svastica indicava, con un movimento antiorario, l’antica concezione del rispecchiarsi del macrocosmo, in una visione speculare in cui i movimenti sono rovesciati.

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