UFO, indagine Condon fasulla – II

di Gianni Commenta

J. Allen Hynek era stato chiamato da McDonald a far parte del convegno organizzato con gli eminenti scienziati per parlare di UFO. In passato l’uomo, un astronomo e accademico, si era espresso negativamente sulla possibile esistenza degli UFO, ma poi aveva difeso il progetto Blue Book.

Inizialmente pare che Hynek avesse la stessa opinione in merito agli extraterrestri che aveva l’aeronautica militare e cioè che erano troppo pochi i dati e non potevano essere ritenute concrete le segnalazioni.

Con il tempo però Hynek assunse un atteggiamento differente portato a chiedersi cosa ci fosse di vero dietro le tante e sempre maggiori segnalazioni che arrivavano da ogni parte del mondo, fatte da persone di cui non si poteva mettere in dubbio la competenza o la sanità mentale.

Le tracce lasciate poi dai velivoli erano così evdenti che non potevano continuare a chiudere gli occhi e fingere che nulla stesse accadendo. Queste sue parole furono raccolte appunto da McDonald che lo contattò per farlo partecipare al convegno.

Quest’ultimo era convinto che non solo esistessero forme di vita sconosciute nell’universo, dotate di velivoli in grado di viaggiare oltre che di tecnologie avanzate che ci tenevano sotto controllo. McDonald voleva coinvolgere la NASA in questi studi sugli UFO per stabilire la verità.

James Harder, docente di ingegneria all’università della California a Berkeley, altro enimente scienziato che partecipava al convegno era convinto che sulla base dei dati in loro possesso potevano dimostrare l’esistenza degli UFO aldilà di ogni ragionevole dubbio.

C’erano però studiosi, esterni al convegno, che manifestavano la loro contrarietà e sostenevano che i ragionamenti fatti non dimostravano nulla ed era fuori discussione l’idea “dell’essere spiati“. Perchè avrebbero dovuto farlo e senza poi contattare qualcuno? Tipo il presidente degli Stati Uniti?

Anche questi personaggi, come per esempio Donald D. Menzel, un altro illustre astronomo,  erano però convinti della necessità di sottoporre l’argomento a studi più rigorosi che portassero ad una risoluzione definitiva. (continua)

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