Concludiamo con quest’articolo l’affascinante viaggio nell’alchimia delle personalità che hanno creato i Beatles, uno dei gruppi più significativi della musica contemporanea: il quarto componente, dopo John Lennon, Paul McCartney e George Harrison, fu Ringo Starr, al secolo Richard Starkey.
Curiosamente il suo Tema Natale appare in un certo qual modo complementare proprio a quello di Paul McCartney con cui, peraltro, formava la sezione ritmica del gruppo.
Ultimo ma non ultimo, Ringo Starr pur non risultando nei credits della composizione dei pezzi del gruppo, era pur sempre parte integrante della band e le sue doti creative ben si vedono dalla Luna, da Mercurio, Marte e Plutone in Leone, che enfatizzano un certo suo modo di mettersi in mostra.
Certo è che, d’altro canto, il Sole di nascita in Cancro, l’ascendente in Pesci e Giove e Saturno in Toro, alquanto dissonanti rispetto ai sopra menzionati Luna, Mercurio, Marte e Plutone è come se avessero il potere di raffreddare certi eccessi d’entusiasmo dell’artista inglese, riportandolo un po’ più con i piedi per terra.
La stessa carriera di Ringo Starr, prima, durante e dopo i Beatles pare esemplificare egregiamente questa dinamica astrale: entrato a sostituire Pete Best nel ruolo di batterista all’interno della band che lo rese famoso, agli albori del gruppo è come se avesse saputo trovarsi al posto giusto nel momento giusto.
Successivamente allontanatosi, almeno in parte, dallo show business musicale, Ringo Starr ha saputo estrinsecare le sue doti creative leonine cimentandosi con incoraggianti risultati nel cinema, sapendo probabilmente fare sempre bene i suoi conti.
Professionalmente, considerata la presenza di Nettuno in Vergine, non si può dire però che per Ringo Starr sia sempre stato facile conciliare immaginazione e praticità.
Non ultima la sua sensibilità derivante dall’ascendente in Pesci e dalla presenza di Sole e Venere in Cancro ha saputo estrinsecarsi in una recente, particolare e forse bizzarra iniziativa portata avanti a favore dell’ecologia assieme all’altro ex Beatles Paul McCartney, in cui i fans venivano esplicitamente invitati a non scrivere più montagne di lettere, allo scopo di non sprecare ingenti quantitativi di carta.
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