Case infestate: villa Magnoni e villa Clara

di Valentina Cervelli Commenta

In quanto a case infestate l’Italia non ha niente da invidiare a nessuno. Basta pensare alle storie che riguardano, ad esempio, villa Magnoni e Villa Clara.

Case infestate e maledette

Due nomi che non dicono molto a chi non conosce il tema ma che sono il classico esempio di case infestate note e studiate. Partiamo raccontando di villa Magnoni nel ferrarese. Al momento non si conosce quale sia il suo proprietario attuale o se esistano eredi. Quel che si racconta è quel che si può vedere, ovvero che è un edificio abbandonato da diverso tempo. Su di lei aleggia quella che viene riportata la “maledizione della strega“. Le persone che abitano nei paraggi parlano di lamenti e urla che si possono sentire arrivare dalla struttura e anche di apparizioni di fantasmi.

In particolare c’è una storia che viene condivisa spesso. Ovvero quella di quattro ragazzi che entrarono a esplorarla negli anni ’80. I ragazzi nel corso del loro sopralluogo sentirono delle urla di bambini e poi videro una vecchia urlare loro di andare via.

I ragazzi ovviamente spaventati scapparono ma l’auto nella quale viaggiavano uscì fuori strada uccidendo tre dei quattro giovani. Dopo aver ascoltato il ragazzo sull’accaduto le autorità murarono gli ingressi alla villa. Solo una finestra rimase libera, quella dove il giovani videro la vecchia. Perché diciamo che una delle case infestate più interessanti? Perché tuttora, nonostante l’essere stata murata, la villa è meta di pellegrinaggio di ghost hunters che raccontano di aver ascoltato e visto fenomeni non spiegabili.

Racconti di morti assurde

Tra le case infestate degne di attenzione c’è anche villa Clara di Trebbo di Reno. Questa villa in passato era chiamata Palazzo Malvasia. Parliamo di una struttura molto antica, risalente al 1500. Il nome villa Clara attuale deriva da quello della bambina che al suo interno venne uccisa nei primi anni del Ventesimo secolo. Attualmente la struttura è fatiscente e il giardino incolto. Si racconta però che sia il luogo dove la piccola Clara è rimasta intrappolata sulla terra dopo la sua morte. Il padre la murò viva, spaventato dai suoi poteri di preveggenza.

Almeno questa è una delle versioni della storia. Un’altra sostiene invece che Clara al momento della morte non fosse una bambina ma un’adolescente, figliastra del padrone di Palazzo Malvasia.  L’uomo la avrebbe murata viva per punirla di un rapporto sentimentale iniziato con un lavoratore della struttura. A prescindere da quale sia la versione corretta sono in molti gli abitanti del posto che giurano di sentire spesso e volentieri i lamenti e le urla della prigioniera che cerca aiuto per fuggire.

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