Cosa sono i lapidari – seconda parte

di Gianni Commenta

Anche oggi torneremo a parlare di lapidari che sono una specie di manuali descrittivi sulle pietre, simili agli erbari per le specie vegetali e ai bestiari per gli animali, e che in tempi passati descrivevano caratteristiche e virtù.

Questi lapidari nacquero inizialmente come ammassi di nozioni indefinite e vaghe, inizialmente trovate nei poemi dell’India e della Grecia, tra l’altro i primi scritti non erano da considerare lapidari veri e propri, ma con il passare del tempo la civiltà ha assunto forme ben definite ed oggi si può parlare di vari tipi di lapidari, suddivisibili per epoche e per luoghi d’appartenenza.

I lapidari classici di tipologia pagana sono stati trasformati, manipolati dai monaci, purificati da ogni frase di magia e fu riferito solo a Dio il potere della pietra.

In questa maniera i lapidari classici rimasero in vita e aumentarono il gradimento popolare, ma feccezione il lapidario di Teofrasto il quale divise le pietre in femminili e maschili dando origine alla teoria della loro riproduzione e attribuendo proprietà magiche.

Con l’opera di Plinio il vecchio avvenne il passaggio tra la mentalità classica e quella Alessandrina. L’opera che racchiude sia credenze occidentali sia orientali, prima di lui Discoride, con il lapidario “Materia medica” elenca duecento pietre e gemme utili.

Nei lapidari del medioevo si ritrova tutta la magia e tra i molti lapidari del periodo, il più noto e completo è quello scritto da Marbodo vescovo di Rennes in esametri latini.

I lapidari arabi si limitavano a classificare le pietre per peso specifico e durezza e ne descrivono varietà, luoghi di provenienza e prezzi di mercato.

Nelle pratiche di magia i minerali e le gemme erano indispensabili per la preparazione di amuleti e talismani. La potenza aumentava incidendovi sopra segni, figure e scritte propiziatorie come la formula abracadabra o il nome segreto IAO (Jahvèh).

Fonte | MaterTerra

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