Che cos’è la rabdomanzia e a cosa serve

di Gianni Commenta

Avete mai sentito parlare di rabdomanzia? Si tratta di una pratica che consiste nel tentativo di individuare acqua o filoni di metalli nel sottosuolo e in nei vari ambienti attraverso l’uso uno strumento specifico, solitamente di legno.

Generalmente si utilizza una bacchetta biforcuta in grado di amplificatore dei movimenti del corpo generati da supposte radiazioni emesse dall’oggetto ricercato. Ma anche un pendolino spesso può essere un buono e valido strumento per raggiungere l’obiettivo con la solita efficacia. Il rabdomante, ovvero colui che possiede, o presume di possedere, questa capacità, usa dunque questa tecnica per pervenire ai suoi scopi. Ha bisogno di concentrarsi e raccogliere le forze e soprattutto di grande fiducia nelle persone che lo circondano e che si affidano a lui.

La rabdomanzia è una pratica particolarmente utilizzata anche per rintracciare i campi energetici negativi. In questi casi generalmente si cerca di osservare le oscillazioni del pendolo nelle varie zone della casa analizzando i vari movimenti. Di solito i movimenti antiorari indicano risposte negative mentre quelli orari indicano risposte affermative. Quando invece si registrano oscillazioni caotiche vuol dire che si è in presenza di energie disordinate e instabili.

La rabdomanzia, conosciuta e praticata sin dal III millennio a.C. nell’antica Cina e nell’antico Egitto, non ha alcun riscontro scientifico di efficacia ma è ancora oggi una pratica particolarmente utilizzata.

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Foto | Thinkstock

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