Licantropi, perché piacciono tanto?

Perché i licantropi piacciono molto alla tradizione popolare? È innegabile che siano una delle figure mitologiche che da più tempo, insieme a vampiri, affollano i racconti e le leggende.

Storie e leggende di licantropia nel passato

Nell’Europa Medievale i racconti e le leggende sulla licantropia e i licantropi si diffusero abbatsanza velocemente. Dalla Polonia e Lituania arrivano storie che narravano di stregoni che pare avessero il dono di trasformarsi momentaneamente in lupi una volta l’anno.

Queste leggende rimasero vive nella tradizione popolare collettiva per secoli tanto da apparire in un documento di corte datato 1555 nel quale è registrata la confessione di alcuni contadini che erano andati nella boscaglia, sierano denudati e poi trasformati in lupi.

Rituali di trasformazione sono anche citati in alcuni racconti della Livonia, attuale Estonia. L’attività e le cerimonie di questo genere di svolgevano soprattutto nel periodo natalizio, ovvero del solstizio d’inverno, notoriamente favorevole ad ogni attività magica.

Ovidio e Petronio, tradizione popolare del lupo mannaro

Uno dei miti greci parla del re dell’Arcadia, Licaone, che ricevuta la visita di Zeus trasformato in pellegrino e avendolo riconosciuto cercò di dargli da mangiare carne umana. Il dio, arrabbiato per l’oltraggio cacciò il re e lo confinò in campagna sotto forma di lupo, l’animale che gli assomigliava caratterialmente.

La metamorfosi di Licaone venne ripresa da Ovidio, poeta romano dell’antichità che ne fece un racconto che entrò a far parte della letteratura popolare. Licaone divenne un lupo dal pelo grigio, colore dei suoi capelli, assetato di sangue e feroce.

Caratteristiche dei lupi mannari

Non è difficile fare un ritratto completo di un lupo mannaro che si presenti in forma umana. Hanno sopracciglia cespugliose unite al centro e denti rossi, il dito medio molto lungo, unghie larghe con la forma della mandorla e le orecchie basse e all’indietro.

I lupi mannari sono spesso assetati, hanno la bocca arida e, secondo lacuni, come le streghe non sono capaci di piangere. La loro pelle è ruvida e tagliuzzata, graffiata dagli arbusti del bosco dove corre dopo essersi trasformato.

Metamorfosi: credenze intramontabili di lupi e vampiri in Nigeria – parte II

Il tenente britannico non avrebbe mai associato la morte della iena a quella dell’uomo del villaggio se la cosa non si fosse ripetuta nelle notti successive. Dato che voleva vederci chiaro la notte successiva mise una carcassa di scimmia nella boscaglia e rimase ad aspettare appollaiato su un albero vicino.

Ma per due notti non successe niente, così la terza mise una trappola a funzionamento automatico. A mezzanotte il fucile sparò, ma al suo arrivo l’animale era scappato e non trovò nulla. Poco dopo nel villaggio udì ancora i tamburi suonare a morte. All’alba seguì ancora le tracce di sangue che portavano di nuovo al villaggio.

Arrivato davanti alla casa dove si fermavano le impronte di sangue gli venne spiegato che durante la notte era morta la madre del capo del villaggio in circostanze misteriose. Non trovò però niente che gli rendesse più chiarta la situazione così per circa un mese lasciò perdere le ricerche.

Metamorfosi: credenze intramontabili di lupi e vampiri in Nigeria – parte I

Come dicevamo il concetto di licantropia è sopravvissuto per secoli nelle più disparate civiltà ed arrivato fino ai giorni nostri. Chi vi ha assistito oppure dice di esserne stato oggetto non sa spiegare come possa succede, ma comunque avvenga è una credenza che dà i natali alle due più malefiche creature della notte: il lupo mannaro e i vampiri.

Abbiamo parlato di Kaigh, lo studioso che vide i due ragazzi trasformarsi in sciacalli. Potremmo ritenere che il suo sia il parto di una fervida immaginazione, dovuta magari a qualche strano processo mentale, ma non è l’unico ad aver parlato di ciò, ad aver assistito a simili trasformazioni.

Anche nei tempi moderni persone riferirono di essere stati testimoni oculari di trasformazioni animalesche. Nella rivista inglese Cornhill Magazine un ufficiale britannico di guarnigione in un angolo sperduto della Nigeria nel 1918 scrisse di avervi assistito personalmente.