Dizionario dell’esoterismo – dalla Dia alla Dic

di Gianni Commenta

Diameter Spherae Thau Circuli Crux orbis non orbis prosunt: E’ un’espressione alchemica dal significato “il diametro della sfera, il tau del circolo e la croce dell’orbita non giovano ai ciechi”. Mette in evidenza il fatto che le discipline esoteriche non possono essere accessibili ai profani.

Diavolo: Deriva dal greco διαβολοζ, calunniatore, che nella volgata traduce l’ebraico has-satan cioè il capo degli angeli decaduti che fomenta il male e la perdizione. Il demonologo rinascimentale Johann Weyer li ha minuziosamente classificati nel suo De praestigiis daemonum (1568), sostenendo che sono 44.435.556, mentre Gregorio da Nizza sostiene che siano molti di più, poiché si moltiplicano tra loro come gli uomini. Per Esiodo essi vivono 686.400 anni, per Plutarco solo 9.720, mentre altri ancora li ritengono immortali. La figura del D. è stata rilanciata da papa Giovanni Paolo II il 5 maggio 1979, quando ha messo in guardia i fedeli contro il “suggeritore di ogni insidia, il maligno, da sempre impegnato nello spegnere nel cuore di ogni uomo la luce della speranza nella vittoriosa affermazione di Cristo”, tornando poi altre volte sull’argomento. Fenomeno particolare è rappresentato dal satanismo, che vede sette attive dedite anche all’omicidio rituale ed a vari reati, mentre ben tre ditte sono specializzate nella fornitura contrassegno di oggetti per celebrare le messe nere. Il D. è presente in due momenti cruciali della Bibbia: la tentazione di Eva nel Paradiso Terrestre, e la tentazione di Gesù sul monte degli Ulivi, poco prima dell’avvio della Passione. Nell’iconografia, le prime raffigurazioni del D. risalgono al VI secolo, ma fu nel XII che ne fu messa in rilievo la mostruosità fisica. In genere viene rappresentato nell’ambito del giudizio universale, attraverso l’esaltazione della sua sconfitta ad opera delle forze del bene. Soprattutto al Nord venne sottolineato il carattere grottesco e laido del D, specialmente nel tema delle tentazioni di Sant’Antonio abate.

Diciannove: Nell’esoterismo il numero rappresenta la Luce. Secondo Eliphas Levi, è l’esistenza di Dio provata dalla stessa idea di Dio. Occorre dire che l’Essere supremo ed immenso è una tomba universale dove si muove ed opera, con moto automatico, una forza comunque morta e cadaverica, oppure bisogna ammettere il principio assoluto dell’intelligenza e della vita.

Diciassette: Nell’esoterismo il numero rappresenta le stelle, l’intelligenza e l’amore (E. Levi). Ha un notevole valore simbolico, come il 72 con cui è in stretto rapporto. Per gli antichi Romani si trattava di un numero iellato, apportatore di sventure, specie perché anagrammato (da XVII a VIXI) produce la parola «vixi», ovvero vissi, quindi sono già morto.

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