Draghi, miti e leggende nella storia dell’umanità – parte II

di Gianni Commenta

Il più famoso cacciatore di draghi è senza dubbio San Giorgio, cui segue su territorio italiano, San Silvestro che liberò Roma dall’alitosi velenosa del drago che viveva nelle profondità della terra e che impestava l’aria, e Santa Marta che sconfisse Tarasca, il drago che devastava al suo passaggio le pianure della valle del Rodano poi ancora San Marcello, San Romano e la Gargouille di Rouen, come si può notare tutti Santi.

Per quale motivo? Beh, la malvagità non poteva che essere sconfitta dalla… Santità! Un’altra storia di cavalieri e draghi è quella di Sant’Efflem, nella quale un principe per sconfiggere il drago chiese aiuto al parroco della sua città. E fu proprio quest’ultimo, armato solo della fede a far scappare la bestia a … zampe levate!

Di contro ai Santi famosi, cacciatori di draghi, ci sono le bestie famose, fin dai tempi antichi. Possiamo citare, Tiamat, di cui potete leggere in un altro articolo, di Apopi, drago contro cui combatteva il dio sole Ra ogni volta che tramontava e veniva la notte, Tifone dalle mille teste che solo Zeus ebbe il coraggio di combattere.

Per i romani c’erano i Dracones, per i vichinghi i Drakkar. Nell’antica Grecia fu Giasone a combattere contro un drago comune e a sconfiggerlo,con le suer eroiche gesta, seguito da Ercole e dagli stessi dei. Però poteva anche succedere che una qualche divinità utilizzasse un drago come guardiano.

Se il mito dei draghi era molto vivo nella cultura greca, con quella romana perse molto del suo fascino. Pare ne abbia avvistati Plinio il Vecchio, ma solo nell’ALto Medioevo tornarono in auge per essere sconfitti e distrutti e giungere all’estinzione a causa delle gesta dei cacciatori di draghi.

Quelli che rimanevano migrarono prima in scandinavia e in Russia, poi Beowulf ne sterminò molti  e del drago si persero le tracce. Qualcuno sembrava avvistarne qui e là, ma ormai la grande stagione delle bestie più intelligenti dell’uomo era finita.

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