Europei di calcio 2012: sport e spettacolo o sacrificio rituale? (parte I)

di Gianni Commenta

Piccoli e grandi gesti della vita quotidiana come recarsi al distributore di carburante a far rifornimento o andare in compagnia di chi ci sta a cuore ad un fast food o assistere ad un evento sportivo, apparentemente possono non avere nulla in comune.

In realtà, se ci soffermiamo con la nostra attenzione, possiamo notare che in ciascuna di queste situazioni, legata a luoghi ed eventi, già di per sé recanti una certa carica energetica da un punto di vista emozionale, spesso sono associati loghi aziendali dalle forme particolari, che ad uno sguardo distratto possono sembrare del tutto casuali.

In realtà, come ben noto a chi conosca la magia, ogni simbolo racchiude in sé una valenza energetica ben precisa ed è in grado di catalizzarne/amplificarne di altre, “prodotte” da quella carica emozionale-adrenalinica presente.

In tal senso la nostra attenzione non può esimersi, quindi, dal soffermarsi sugli inquietanti eventi che hanno preceduto, lontano dalla luce degli scintillanti riflettori di questo evento sportivo il suo inizio, ossia la barbara mattanza compiuta a danno di decine di migliaia di cani randagi, barbaramente “eliminati” nei luoghi ove sono previste le partite, al fine di presentare un aspetto “decoroso” agli occhi degli ignari turisti-sportivi

La carica di sofferenza generata da tali atroci uccisioni non può non riportare alla mente i rituali sacrificali, appartenenti all’aspetto più “buio” del genere umano, perpetrato in vari luoghi del pianeta ed, evidentemente, non ancora cessati.

La stessa scelta della mascotte di questo evento, con i due gemelli Slavek e Slavko, forse, non è per nulla casuale ed oltre a ricondurci a gemelli “celebri” della storia umana, nasconde ben altri significati.

Nella religione di Zoroastro Zarathustra la divinità Ahura Mazda genera per emanazione due figli gemelli, Spenta Mainyu (spirito benefico) ed Angra Mainyu (spirito negatore), ma tale simbologia la si può ritrovare anche nella religione romana con Romolo e Remo, figli di Marte e di Rea Silvia, o ancora nella mitologia greca con Anfione e Zeto, figli di Antiope e Zeus o Efialte e Oto, figli di Poseidone e Ifimedia, o ancora Hunahpoe e Xbalanqoe del popol vuh Maya o ancora Shu e Tefnut o Nut e Geb, facenti parti della tradizione mitologica egizia.

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