I vampiri ai tempi dei Babilonesi

di Gianni Commenta

Fin dai tempi più remoti l’uomo è sempre stato convinto che l’anima sopravviva alla morte fisica del corpo che la ospita. Qualcuno era convinto che l’anima in alcuni casi potesse essere così potente da riportare addirittura in vita il corpo.

Per questo le culture del passato seppellivano i corpi con ogni genere di cosa affinchè le anime rimanessero nelle tombe e non diturbassero i vivi, tant’è che accanto al corpo venivano sistemati cibo, bevande, a volte persino concubine.

Ciò che più temevano i vivi era il desiderio di sangue che avrebbe potuto far uscire il cadavere dalla tomba. Pare sia stata proprio questa paura a scatenare i primi racconti di vampirismo. Tra le più antiche leggende c’è quella di Edimmu, in Babilonia.

L’edimmu era un’anima tormentata che non riusciva ad ottenere il giusto riposo e quindi vagava per la Terra in cerca di vittime e di cui succhiava il sangue. I Babilonesi stavano ben attenti a non offendere nemmeno Lilitu, un demone che gli ebrei chiamano Lilith, prima moglie di Adamo e cacciata dal Giardino dell’Eden dopo che si era rifiutata di obbedirgli.

Lilitu era il demone che si avventava sui bambini e i neonati e ne beveva il sangue. Il demone Lilith era anche la causa dei sogni erotici degli uomini che venivano considerati con orrore. Da qi si comprende che la storia del vampirismo è ben precedente a quanto si potrebbe immaginare. 

Uno dei personaggi che sicuramente hanno incrementato di più le leggende e le paure dell’immaginario collettivo è il Conte Dracula, vissuto in Transilvania alcuni secoli fa e di cui abbiamo ampiamente raccontato in altri articoli.

Nell’antichità credevano ai vampiri non solo i babilonesi, ma anche i cinesi e gli arabi. Fu solo con l’avvento del cristianesimo che le cose si modificarono, ma di questo parleremo meglio nel prossimo articolo.

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