Il mistero del Congo, un dinosauro vivente

di Gianni Commenta

Per più di due secoli ha imperversato in Africa Centrale la leggenda di un animale delle dimensioni di un ippopotamo, con zampe dai poderosi artili e coda molto lunga. Si narrava che attaccasse le canoe sui fiumi che gli si accostavano e che ne uccidesse gli occupanti.

Una leggenda narrava anche che una tribù di pigmei ne avesse ucciso uno e poi l’avesse mangiato le carni, però poi il villaggio era stato funestato da disgrazie come incendi, morti e malattie inspiegabili. I congolesi chiamarono il mostro tropicale “mokele-mbembe“.

Un biochimico americano, Roy P Mackal, nel 1980 guidò la prima spedizione nella regione di Likouala, densa di insidiosi acquitrini alla ricerca dell’animale. La seconda fu l’anno seguente. Pochi uomini si avventuravano in questa regione del Congo ancor meno per fotografare uno di questi sconosciuti e pericolosi animali.

Mackal andò con due colleghi Richard Greenwell e James Powell nella regione e raccolse testimonianze e descrizioni del mokele-mbembe. Gli indigeni che vivevano sparsi qui e là nella regione dicevano cose molto simili e ne venne furoi una descrizione concordante su misure e abitudini di quello che a tutti gli effetti sembrava essere un piccolo dinosauro.

Da quanto emerse poteva trattarsi di un sauropode, dinosauro che si riteneva si fosse estinto 60 milioni di anni prima. Mackal e i suoi non ebbero fortuna e non videro mai l’animale, ma il biologo congolese Marcellin Agnagna che lo accompagnò nella seconda spedizione giurò d’averlo visto in un altro viaggio.

Alcuni animali antidiluviani potrebbero davvero essere sopravvissuti in questa zona del mondo viste le condizioni rimaste inalterate da milioni di anni. La regione inospitale per l’uomo potrebbe essere habitat perfetto per questo genere di animali che qui vi troverebbero le condizioni perfette per la loro sopravvivenza. Il mokele-mbembe sarebbe un piccolo dinosauro erbivoro che si nutre di frutti del Landolphia, con sapore agrodolce.

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