L’anima umana fin dai tempi antichi è stata identificata con un uccello e si trova molto spesso nella tradizione orale di parecchie culture e religioni dal’età paleolita ad oggi e questo perchè un uccello ha ali per volare.
Si può definire una metafora questo modo di vedere le cose. La capacità di volare rappresenta la possibilità di staccarsi dalle cose terrene e alzandosi nel cielo l’anima viene portata a più elevate altezze. Un proverbio indiano dei Kelta citava: “se è stato un cattivo indiano un falco catturerà l’uccello e lo mangerà con corpo e piume, se invece è stato un buon indiano l’uccello dell’anima giungerà nella terra degli spiriti”.
I primi uomini a rappresentare l’anima in forma di uccello furono quelli delle tribù dell’età della pietra, circa 15.000 anni fa. Se ne trova una prova nella pittura rupestre trovata a Lascaux in Francia e mostra un bisonte sopra al cacciatore che ha appena ucciso.
Poco distante, sul ramo di un albero sta un uccello che secondo gli studiosi rappersenta l’anima del cacciatore appena morto. Anche nella civiltà egizia l’uccello era il simbolo dell’anima, tanto che il geroglifico di “ba” era un volatile dalla testa d’uomo . Il “ba” assicurava la capacità al defunto di muoversi nell’aldilà e provvedere a sostentare la mummia.
Anche in altre culture si sosteneva che gli uccelli guidassero le anime in paradiso. In Siria era l’aquila ad avere questo compito così come presso gli antichi romani difatti quando moriva un imperatore accanto alla pira ne veniva liberata una affinchè guidasse l’anima fino al regno degli dei.
Altri due uccelli che sono stati considerati simbolo dell’anima sono la colomba e il pavone. Nella religione cristiana e in quella ebraica l’aquila rappresenta la speranza di una vita eterna, la colomba lo Spirito di Dio e il pavone, con le sue stupende piume la resurrezione.
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