La cavalla medium

di Redazione Commenta

Oggi parleremo di poteri della mente, vedremo quanto possa essere controversa l’osservazione scientifica di certi fenomeni e la scelta dei metodi di controllo da adottare, in particolare vi faro l’esempio di un famoso caso riguardante la cavalla medium Lady.

Il primo studio sulla cavalla pubblicato nel 1929 fu a cura del prof Rhine dell’Università di Duke, il quale constatò che la cavalla rispondeva alle domande dei visitatori alzando con il muso delle cifre o delle lettere che si trovavano su una specie di grande tastiera. Essa infatti riusciva a rispondere a domande molto complicate su temi come la matematica, letteratura, e sapeva anche comporre parole, ma non solo si diceva che riuscisse a indovinare anche cose che non vedeva, così come fanno i veggenti e i medium.

Qualche anno dopo il prestigiator Milbourne Christophere, volle esaminare anche lui la cavalla, ottenendo però una conclusione del tutto diversa e deludente. Si recò sul posto sotto falso nome e chiese alla proprietaria della cavalla di poter anche lui osservare i poteri psichici dell’animale, la proprietaria gli mostrò, prima di tutto, una lettera scritta dal prof Rhine nella quale definiva la cavalla “la più grande cosa dopo la radio”. Di conseguenza il prestigiatore pose anche lui qualche domanda all’animale straordinario, chiedendogli quando, il fratello che aveva intrapreso la carriera militare, sarebbe tornato, la cavalla diede la risposta con una data definita, peccato che il prestigiatore non aveva nessun fratello, quindi la cavalla medium era una bufala.

Continuò però nel suo esperimento e fu la volta della prova scritta, la proprietaria porse un foglietto al signor Milbourne dove lui doveva scrivere un numero e la cavalla doveva indovinare, un trucco, capì il prestigiatore, molto conosciuto, che consisteva nel capire dal movimento della mano il numero scritto, chiunque con un po’ di attenzione ci sarebbe riuscito. Ingannando la cavalla finse di scrivere un 8 ed invece scrisse un 3, la cavalla ovviamente disse che aveva scritto un 8. Ma chi in realtà leggeva? La cavalla o la proprietaria? Ovviamente la proprietaria, ed il trucco consisteva in impercettibili movimenti della frusta che indicavano al povero animale quale lettera o numero doveva alzare.”

A quel punto il prestigiatore invitò il prof Rhine a rivisitare la sua teoria sulla cavalla, e dopo altri studi asserì che la cavalla aveva perso i suoi poteri psichici ma rimase convinto dell’idea che la prima volta che l’aveva incontrata e studiata la cavalla era una medium, e che in quei primi tempi la proprietaria non centrava nulla.

Questa storia fa capire come i poteri psichici posso essere poco studiati ed ottenere prove certe della loro autenticità, è bene quindi non prendere tutto per oro colato, ma valutare tutto in ogni prospettiva, ed essere a volte anche un po’ scettici.

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