L’Isola di Pasqua, quali segreti nasconde?

di Gianni Commenta

Tra la Nuova Zelanda e il Sudamerica vi è un’isola molto bella che venne scoperta la domenica di pasqua del 1722 da Jacob Roggevee, che la chiamo Isola di Pasqua.

L’isola aveva già un nome, quello che glin avevano dato i suoi abitanti, che era Te Pito o Te Henua, mentre secondo altre tradizioni,l’isola veniva chiamata Rapa Nui.

Quando l’ammiraglio olandese vi sbarcò, rimase sbalordito dalle enormi statue rivolte verso il mare, inoltre incontrò la popolazione locale, che disse lui che le statue avevano un nome, Moai ed erano state realizzate secoli prima dai loro antenati per un motivo non chiaro.

L’isola possiede tre vulcani, il Rano Koi, il Rano Aroi e il Rano Raraku, l’ultimo ha una particolare pietra vulcanica che si lavora facilmente. Quando ghli abitanti eressero le piattaforme di pietra funerarie chiamate Ahu, lì venivano sepolti i membri dei clan a cui veniva dedicata una festa.

Secondo alcuni studiosi, le grandi statue rappresentavano gli spiriti dei defunti che sorvegliavano da lontano campi e tribù.

Le statue sono 600, sono alte 20 metri e pesano 300 tonnellate, ma oramai nessuno sa dirci il perché siano state erette.

L’isola è custode di numerosi punti interrogativi, e gli studiosi ne hanno avanzato numerose ipotesi sul suo declino:

la civiltà prosperò per circa 600 anni, poi circa nel 1400, arrivò il culto del dio-uccello Makemake, che vedeva annualmente i fedeli del villaggio di Orongo, vicino al cratere di Rano Kau organizzare una corsa con una nuotata nell’isola vicino a prelevare il primo uovo deposto dalla sterna scura.

Il clan che prendeva l’uovo aveva l’onore di avere privilegi e per l’occasione venivano scolpite delle preghiere rituali su tavolette di legno, che oggi gli abitanti non sanno più decifrare.

Secondo alcuni studiosi, il culto di Makemake segnò la fine dell’isola, ma quale che sia la ragione, ci si mise anche la guerra attorno al 1600 che scoppiò tra il popolo delle “lunghe orecchie” e quelli dalle “orecchie corte”.

A causa della carestia portata dalla guerra, la fame portò gli abitanti a diventare cannibali sui prigionieri di guerra. Ma a causa della situazione tragica e della perdita di ogni eredità culturale autoctona. il popolo dell’isola è scomparso.

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