Rennes-le-Château, un luogo carico di mistero

di Gianni Commenta


Oggi per la sezione misteri parleremo di un luogo molto discusso e studiato da secoli Rennes-le-Chateau, posto su di una collina occupata a suo tempo da numerose civiltà quali Celti, Romani, Visigoti, Saraceni e Franchi e sito nella Francia meridionale, ad una quarantina di chilometri a sud di Carcassonne.

Le origini di Rennes-le-Château sono antichissime, e diversi studiosi hanno tentato di rocostruire il passato del luogo. La maggior parte degli studi fa riferimento a due lavori: Le comté de Razès et la Diocèse d’Alet (1877) di Louis Fédié e La Vraie Langue Celtique et le Cromleck de Rennes-les-Bains (1886) del reverendo Henri Boudet.

Il luogo ècaratterizzato da un’eccellente posizione geografica con una perfetta visualòe sulle vie d’accesso e sulle valli circostanti, ed era caratterizzato da una sorgente d’acqua.

Grazie ai vari ritrovamenti, si può dire che gli umani sulla collina e nei dintorni di Rennes-le-Château è presente sin dalla preistoria.

Una delle scoperte inerenti al sito tra le più eclatanti è stata quella de La Dépêche du Midi del 16 marzo 1966 dove si riporta che, i proprietari del castello Henri Fatin e suo figlio, avrebbero portato alla luce un intero uomo fossile. Il reperto purtroppo è sparito, Fatin non lo fece mai analizzare e preferì esporlo in una sala del castello adibita a museo.

Guy Rancoule, archeologo di Limoux, disse che il presunto “uomo fossile” altro non era che una pietra naturale scolpita in modo bizzarro.

Noël Corbu qualche anni prima aveva ritrovato lo scheletro autentico di un individuo alto 1 metro e 95 e secondo René Nelli, all’epoca custode del museo di Carcassonne, sarebbe appartenuto ad un capo di qualche tribù iberica del 700 a.C..

Iritrovamenti citati nel bollettino della Société d’Études Scientifiques de l’Aude hanno delle basi storiche più reali, un articolo di Elie Tisseyre che racconta di una visita a Rennes-le-Château nel 1905 cita:

Auguste Fons che ha recentemente scoperto, ai piedi dei vecchi bastioni della fortezza, un ossario. Effettivamente, è proprio un ossario quello che ci mostra; uno dei nostri, munito di piccone, scava cercando di rendersi conto dello spessore dello strato di ossa accumulate; ma le tibie si moltiplicano e i crani sono in compagnia di un numero incalcolabile di femori.

La prossima volta la seconda parte della storia del sito.

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