Il rituale che fa allontanare il fantasma

di Gianni Commenta

Prima che il Buddismo arrivasse in Tibet le persone che vi erano nate e vi abitavano praticavano una religione “animistica” chiamata Bon. Era una fede sciamanica piena di complicati rituali molti dei quali vennero poi adottati dal buddismo tibetano e praticati ancor oggi.

Uno di questi riti conosciuti e praticati è lo shedur che serve per allontanare gli spettri, per esorcizzarli.

Lo shedur è un rituale lungo e complicato che dura sei giorni. Una volta, nel 1981, venne fatto a Dharamsala, luogo in India dove si erano rifugiati molti tibetani perseguitati dal governo cinese e dall’esercito che aveva invaso le terre del Tibet.

Ad officiare lo shedur fu il lama Yeshe Dorje Rimpoche capo dei buddisti tibetani. Il motivo del rito era che le divinazioni avevano affermato che un maestro di scuola dei bambini si era reincarnato in uno spirito maligno e bisognava “sbarazzarsene”.

Poteva fare del male alle persone e quindi si doveva correre ai ripari. Il lama come prima cosa invocò la dea protettrice dakini per trasformarsi in lei e prenderne la forza.

Per effettaure la metamorfosi in genere occorreva un giorno, poi il lama-divinità utilizzava delle tavolette di legno per fare il rito divinatorio. Attraverso queste cercava lo spirito tra gli 84.000 che ritenevano esistessero.

Per identificare lo spirito maligno ci volevano circa tre giorni e una volta scoperto iniziava il vero e proprio rito per l’esorcismo che consisteva nell’uccidere del fantasma per liberare lo spirto del maestro e fare in modo che potesse andare a cercare una sistemazione migliore.

Il lama utilizzava un’effige modellata con burro e farina d’orzo che serviva da contenitore per la forza vitale dello spettro. Nel frattempo inneggiava formule magiche per impedire allo spettro di scappare altrove.

Appena lo spettro veniva intrappolato il lama faceva a pezzi l’effigie e poi la bruciava. Il fuoco garantiva la liberazione del maestro. Il quarto giorno le ceneri venivano portate al forno crematorio per la sepoltura e la preghiera.

Infine gli ultimi due giorni servivano per costruire croci con fili multicolori che servivano per ringraziare i potenti spiriti e propiziarseli dopo aver fatto il rito nel loro territorio.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato.

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>