Come salvarsi dalla Fine del Mondo

di Redazione Commenta

Abbiamo parlato negli scorsi articoli, di profezia Maya, di fine del mondo, delle probabili catastrofi che si abbatteranno sulla terra il 21 dicembre 2012, ma non abbiamo ancora parlato di come salvarsi da queste catastrofi, se ci sia ovviamente un modo per salvarsi. Alcuni paesi si sono azionati per evitare “la morte”, costruendo fortezze anti-apocalisse.

Elenchiamo anzitutto in un piccolo riassunto tutte le possibili catastrofi:

Maremoti e tsunami di enormi dimensioni;
Innalzamento del livello delle acque e degli oceani ovunque;
Scioglimento di tutti i ghiacciai;
Eruzioni vulcaniche;
Terremoti nelle zone sismiche;
Freddo glaciale o caldo insopportabile;
Cometa che schiaccerà la terra;

A detta degli esperti, quindi, le zone da evitare sarebbero le coste e tutti i luoghi vicino al mare, ed è consigliabile una distanza di almeno 100 km all’interno della costa; gli arcipelaghi e le isole, sopratutto quelle di piccole dimensioni, pianeggianti e senza montagne elevate; stare lontani da vulcani anche se sono spenti da secoli; allontanarsi dalle zone sismiche e dai luoghi vicino alle Centrali nucleari; infine tutti i luoghi a rischio glaciazione.

Quindi i luoghi migliori dove ripararsi, e aspettare che l’apocalisse passi, (sperando che non si accorga di noi) saranno tutti i luoghi oltre i 2000- 3000 metri di altitudine, lontani come già detto dal mare e dalle coste, nelle aree non soggette a fenomeni sismici ecc. ecc…

Tra le nazioni che si stanno adoperando per affrontare gli eventi catastrofici o comunque pericolosi per la vita sul Pianeta, è la Norvegia, che ha realizzato un progetto patrocinato dal “Global Crop Diversity Trust” (Gcdt), la fondazione internazionale per la varietà globale delle colture.
Il Progetto si chiama “Svalbard Global Seed Vault” (in italiano “Deposito sotterraneo globale dei semi di Svalbard”) e si trova vicino alla cittadina di Longyearbyen, nell’isola norvegese di Spitsbergen, nell’arcipelago artico delle Isole Svalbard, a circa 1200 km dal Polo Nord.
La sua funzione principale è quella di fornire una rete di sicurezza contro la perdita botanica accidentale del “patrimonio genetico tradizionale” delle sementi. I semi e le spore, provenienti da ogni ambiente, clima e angolo del pianeta, verranno conservate per centinaia o migliaia di anni, a una temperatura costante di 18-20 gradi sotto zero.

Un’altra città che nel terrore della fine del mondo si è mobilizzata, è Las Aguillas, che ha costruito i bunker, in profondità, grazie al terreno sovrastante che proteggerebbe anche dalle radiazioni evitando il contatto diretto con l’atmosfera, e che dovrebbero garantire ai rifugiati una sopravvivenza di qualche anno. Il Progetto realizzato in Yukatan non ha previsto la costruzione di Bunker sotterranei antiatomici, bensì la realizzazione di una vera e propria cittadina.

Ed ancora, “l’Azienda Matex Security Project”, con sede a Pontedera, in Toscana, è attiva da oltre venti anni nella costruzione di bunker militari, che adesso in arrivo della fine del mondo sta ampliando i sotterranei per ospitare più persone possibili.

E’ da dire anche che questi bunker come già detto e avrete capito sono stati costruiti non appositamente per una probabile apocalisse, ma semplicemente in eventualità di una guerra, si faceva in antichità, ci si nascondeva nei sotterranei e si passava da città a città attraverso essi. Ovviamente bisogna essere sempre preparati, e quindi prevenire eventuali catastrofi per assicurare alla Terra almeno qualche sopravvissuto della specie umana.

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