Spiriti nei sotterranei di Cagliari

di Redazione Commenta

Questi giorni come avrete sicuramente notato, mi sto dedicando alle storie di fantasmi, c’è ne sono talmente tanti, che scriverli tutti sarebbe un’impresa, quindi, solo per voi, raccatto quelli che più mi piacciono e che sembrano più veritiere.

Questa però non è una storia e nemmeno una leggenda, ma dei fatti reali che accadono nel quartiere più vecchio di Cagliari, più precisamente nei sotterranei di essa, nel quartiere Castello. Cagliari nei sotterranei ha un vero e proprio complesso di tombe, ipogei, cunicoli, costruiti, ai tempi del Medioevo, creati principalmente per la corrispondenza, ma poi, usati per svariati motivi, come seppellire i propri morti, rifugiarsi durante le guerre. Ma veniva sopratutto usato come prigioni di tortura, per ladri, stupratori, assassini violenti, ma anche persone innocenti, sospettati forse di stregoneria o chissà che altro, che venivano torturati a morte o inceneriti.

Quindi un sotterraneo, costruito nei secoli, pieno di spiriti incazzati, depressi e angosciati, con una voglia di vendetta ed alcuni solo di pace, tutti messi insieme in quei sotterranei, praticamente una città parallela, una “bomba sopranaturale”.

Gli abitanti di Cagliari, specie gli anziani, che sono legati alla storia del luogo, e sopratutto le persone che abitano da una vita nei pressi del quartiere Castello, giurano che durante le notti di temporale, tra il vento che soffia e i flutti d’acqua che si abbattono sulla costa, si sentono delle voci; urla strazianti, pianti disperati, a volte delle preghiere struggenti che implorano di essere lasciati in vita o di essere perdonati per i propri peccati.

Queste urla, ovviamente, si pensa che siano di tutte le persone torturate e lasciate morire, persone che hanno avuto una morte violenta, e si sa, chi ha studiato un po’ di spiritismo, che gli spiriti morti di morte violenta, o uccise ingiustamente, rimangono legati alla terra, o meglio a questo piano, e vagano in cerca della loro vendetta o anche solo perché troppo legati al luogo.

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